In questi giorni sto riflettendo spesso sui cosiddetti "terrible twos" quel periodo "terribile" che va dall'anno e mezzo fino ai tre anni circa, in cui i bambini dicono continuamente "no", si buttano a terra per non fare quello che diciamo loro, sono oppositivi in tutto etc etc. Chi ha o ha avuto figli in quell'età, sa di cosa sto parlando. Un preludio all'adolescenza. Anzi, c'è chi dice che l'adolescenza in realtà comincia a due anni.
Il giorno prima avevi davanti un angioletto che ti guardava adorante e ti tendeva la pargoletta mano per chiederti di aiutarlo a stare in piedi, il giorno dopo ti ritrovi una furia che ti urla in faccia "no!" anche se gli chiedi se vuole il gelato (salvo poi tendere nuovamente la pargoletta mano verso il gelato e urlare "mioooo!" finché non glielo consegni ugualmente ignorando il precedente rifiuto)
Da novembre, intorno ai 20 mesi di Valerio, ci siamo entrati in pieno anche noi. Pianti e urla perché non vuole uscire di casa. Pianti e urla perché non vuole rientrare a casa. Corsa ad ostacoli con scarpe in mano per cercare di infilarle ai piedi di un'anguilla che si dimena.
Sono passati due mesi e la fase critica mi sembra passata. Di già?
Sì. No. Forse.
Quello che è cambiato in famiglia è la mia (nostra, considerando anche il Babbo) percezione della situazione. Sono diventata molto più "zen". Il Babbo no, perché lo era già.
La pulce nell'orecchio me l'aveva messa Carlos Gonzales col libro "Besame Mucho". La mazzata finale me l'ha data Alfie Kohn con "Amarli senza se e senza ma". Due libri che reputo fondamentali. Gonzales è anche di facile lettura e credo pienamente condivisibile da chi segue l'alto contatto. Kohn è stato per me più ostico, perché è andato a scardinare tante delle mie convinzioni radicate negli anni.
Dopo questa lettura ho provato a cambiare prospettiva.
Valerio sta giocando coi Lego. Gli dico che dobbiamo uscire. Si mette ad urlare.
E' un capriccio. Lo sa benissimo che dobbiamo andare a fare la spesa, glie l'ho detto già a colazione e glie l'ho ripetuto 10 minuti fa.E se qualcuno mi interrompesse ora, mentre sto scrivendo questo post? Penserei "Sì, lo so che dobbiamo uscire, tra l'altro per una cosa che interessa te e non me, ma ho avuto proprio ora l'ispirazione... lasciami finire e poi andiamo!"
Torniamo a casa dalla piscina. Al momento di entrare in casa, Valerio si butta a terra e poi corre verso il portone.
E' un capriccio. Ora dobbiamo entrare a casa e preparare il pranzo. Se aspettiamo troppo gli viene fame e farà un altro capriccio per mangiare subito quando il pranzo non è ancora pronto.Provo ad immedesimarmi. "Mamma, è vero che in piscina mi sono divertito, ma eravamo al chiuso. Poi mi hai legato su quell'insopportabile seggiolino dell'auto e siamo tornati a casa. E' mezzogiorno e c'è un raggio di sole, perché dobbiamo chiuderci in casa? Facciamo prima un giretto? Quando mi viene fame, mi darai un pezzo di pane mentre prepari il pranzo: ti aiuto io a buttare la pasta."
Insomma, è una continua palestra di elasticità mentale.
Credo che nella fase dei "terribili due" semplicemente cambino le richieste del bambino e la cosa ci spiazza perché noi genitori non siamo pronti. Finché le richieste riguardavano i bisogni primari (mangiare, dormire, coccole) siamo sempre stati pronti a soddisfarle. Quando il bambino vuole invece rivendicare una propria autonomia decisionale, ecco i "si deve", "è così", "devi/dobbiamo fare".
Nella pratica, confesso che sia di una difficoltà estrema. Per me. Per il Babbo meno, perché lui è un santo. (Non è vero. Non è solo carattere. Semplicemente lui ha approfondito prima di me questi temi anche se li ha sempre applicati a ragazzi più grandi, nello scoutismo)
Ecco cosa
- Dico le cose come stanno. "Non si batte il cucchiaino sul piatto" non è vero. E' invece vero che "a me da fastidio se batti il cucchiaino sul piatto, perché fa un rumore che mi fa venire mal di testa. Inoltre rischi di rompere il piatto, come questo che si è già un po' scheggiato."
- Mi scuso se lo obbligo a seguire le mie priorità. "So che vorresti rimanere a giocare, mi dispiace farti uscire, ma purtroppo dobbiamo andare a fare la spesa ora perché in casa non c'è più nulla da mangiare e se tardiamo troppo poi torniamo tardi a casa."
- Ho smesso di avere decisioni irrevocabili: posso tornare sui miei passi. Non ne va della mia credibilità, semmai insegno a mio figlio che si può dialogare e trovare un accordo che va bene per tutti.
- Mi sono ficcata bene in testa che in casa non ci sono delle gerarchie. Io e il Babbo abbiamo più esperienza, è vero. Ma questo non vuol dire che possiamo "comandare" e che il bambino deve "obbedire". Possiamo consigliare, guidare, aiutare a fare e a capire molte cose, soprattutto che (parafrasando "La Fattoria degli Animali") non ci sono persone "più uguali degli altri".
- Cerco di andare incontro alle sue richieste, trovando compromessi quando la situazione impone qualcosa che proprio non gli piace. Ad esempio se non vuole salire sul seggiolino dell'auto (e non vuole mai), cerco di assecondarlo. No, non sto dicendo che non lo lego. La sicurezza prima di tutto, su questo non si discute. Ma prima di partire si può fare una passeggiata distensiva e durante il viaggio si può cantare o mangiare l'uvetta che gli piace tanto.
- Sono mooooolto più elastica nelle cose non pericolose per qualcuno. Esempio: c'è stato un periodo in cui Valerio faceva scene terribili per cambiarsi. Togli il pigiama e metti la tuta: "uahhh". Togli la tuta e metti il pigiama: "uahhh". Durante le vacanze, per tre giorni è stato con la stessa maglietta e pile. Compresa la cena della vigilia di natale coi parenti e il pranzo del giorno dopo, dico solo questo. Tre giorni. Schifo? Un po', sì. Pericoloso? Non direi. Glie l'abbiamo lasciato fare. Dopo tre giorni si è lasciato cambiare senza pianti e ora le scenate per la vestizione si sono di molto ridotte.
- Infine non mi pongo limiti di tempo e se proprio c'è un appuntamento cerco di cominciare a prepararci con lauto anticipo... cosa difficilissima per una ritardataria cronica come me! Se abbiamo un appuntamento alle 15,30 (solitamente l'asilo), i preparativi cominciano un'ora prima. Se arriviamo prima all'appuntamento, c'è tutto il tempo di stare un po' sull'altalena.
Avevo un bambino tranquillo. Poi è diventato un mostro. Poi mi sono accorta che non avevo messo le lenti a contatto. E ora vedo di nuovo il mio bambino, un po' cresciuto ma a modo suo sempre tranquillo.
Quante belle parole. Io ho letto Genitori con il cuore e ora sto leggendo un'altro libro della LLL di cui ora non ricordo i titolo, sull'educazione dolce. Io ho due figli uno di 16 mesi e una di 5 anni e le maggiori difficoltà ce l'ho con la grande. Ho sempre cercato di essere dolce, ma anche autoritaria, poi mi sono accorta che essere troppo autoritaria non serve ma faccio una fatica bestia a non esserlo , è intrinseco dentro di me dire fai questo o fai quello. :-( Cercherò di rpendere spunto da quello che dici, di immedesimarli in loro prima di dire è solo un capriccio . ciao
RispondiEliminaGrazie Erica anche per aver raccontato la tua esperienza. Sono convinta anche io che essere troppo autoritaria (io toglierei anche il "troppo") non serva. Certo, non è facile! Anche io faccio tantissima fatica!
EliminaStupendo stupendissimo!!!
RispondiEliminaComplimenti per il tuo bel percorso, e grazie per averlo condiviso così bene :) Condivido perché spero che tanti genitori leggano.
Anche Elio è in pienissimo TT, ma devo ammettere che ormai la vivo con un sorriso. E soprattutto se mi capita di perdere la pazienza intervengono i suoi fratelli a rimettermi in riga -.-
Loro sanno che i capricci non esistono ;)
Eh, ma tu sei avvantaggiata, ormai questo ostacolo l'hai già affrontato più di una volta. E si vedono i risultati, se i fratelli sono così in gamba!
EliminaCiao, bel post. La prima cosa che mi è venuta in mente è che dopo i 3 anni comincia il periodo dei NO e degli IO VOGLIO che va dai tre ai ?... Lo scopriremo.
RispondiEliminaIl mio pupo adorabile ha 4 anni e mezzo e ha attraversato tutto quello che tu hai perfettamente descritto, facendoci sperimentare tutte le reazioni, dalle più dolci e costruttive alle più violente ed esasperate. Mettici di mezzo anche seconda gravidanza più figlia piccola ecc.
La tua lista di possibili approcci è ottima. Io ci ho aggiunto: imparare a distrarlo dal momento di rabbia. A volte è così arrabbiato e sicuro e poi, alla mia domanda "Perché non cerchiamo un libro da leggere stasera?", oppure "Chi ha voglia di aiutarmi a preparare il budino" ecc. si placa, lacrime asciutte immediatamente e si passa ad altro. Mi chiedo il perché di tanto bisogno di urlare, ma nei momenti di calma (la maggior parte del tempo) lo vedo crescere e quindi lo prendo come un bisogno di buttare fuori qualcosa, non necessariamente verso di me o verso il padre. E aspetto. E lo amo anche in questi momenti. E cresco anch'io.
Sì, la distrazione nei momenti più grigi è una mano santa! hai perfettamente ragione.
EliminaE hai ragione: è bello crescere così, loro ma soprattutto noi.
Argomento "caldo" anche da noi... Davide ha 17 mesi e stiamo entrando proprio in questa fase. Faccio davvero molta fatica a mantenere la calma, soprattutto nei momenti di stanchezza, e mi sento spessissimo inadeguata.
RispondiEliminaGrazie per gli spunti di riflessione...
Gonzales l'ho letto e apprezzato anch'io.
Qualcuno dei tuoi esempi mi ricorda molto l'approccio Gordoniano (Thomas Gordon, "Genitori efficaci") della comunicazione nonviolenta. Se non l'hai già letto, te lo consiglio vivamente!
Grazie! L'ho cercato in biblioteca ma per ora è in prestito e c'è già un'altra persona in coda. Mi sembra un ottimo segno!
EliminaLa mia bimba non è ancora arrivato a questa fase. .. potete consigliarmi libri da leggere che mi aprano la mente esattamente come è successo a questa mamms??? A volte noi mamme abbiamo bisogno di un aiutino! GRAZIE A CHI RISPONDERA
RispondiEliminaI due consigliati nell'articolo, ad esempio :)
EliminaQuello che funziona anche bene con i tt è il lasciare la scelta tra 2 cose che a noi vanno bene... scarpe o stivali? Prima il pigiama o il lavare i denti? L'insalata o la pasta? E così l'uscire, l'andare a letto il venire a tavola passano in secondo piano e loro sono felici di poter scegliere...
RispondiEliminaSì, hai ragione, ma dipende dal bambino e dal momento. Col mio non sempre funziona... purtroppo!
EliminaMi piacerebbe tantissimo essere una migliore di quello che sono. Mi piacerebbe utilizzare questi fantastici occhiali... Ma non ne sono in grado. Plurimamme...io ho 4 figli di cui due gemelli in età mostro. Voi come fate ad andare incontro alle esigenze di tutti senza uscirne matte??? Io sclero!!!!! Aiutatemi a tornare una brava mamma e non il sergente SS che sono diventata!!!
RispondiEliminaAh, che dire? Complimenti per i 4 figli! Purtroppo per il momento non so aiutarti... mi basta e avanza dover gestirne uno solo!
EliminaCiao, sono un papo (come mi chiamano le mie fanciulle + grandi) ed ora stiamo affrontando il periodo caldo con la nostra terzagenita, che se la passa peggio delle altre per quanto riguarda la pazienza...quasi esaurita nel corso della crescita del magico trio (8-7-3 anni). I capricci vanno presi per quello che sono: segnali di insofferenza. Io credo serva l'autorità e non mi dilungo ( so di mamme che non legano i figli al seggiolino dell'auto perchè fanno i capricci e questo non me lo spiego...).
RispondiEliminaNon siamo tutti "parigradi" in casa, anzi, siamo io e mia moglie l'autorità per quanto riguarda le poche regole stabilite. Dobbiamo però essere noi i primi a rispettarle! Esempio e un po' di polso non guastano. Il mondo è fatto si di compromessi, ma soprattutto di regole!
Non sono d'accordo. Certo che ci sono delle regole, ma al seggiolino dell'auto ti lego non perché altrimenti prendo la multa, ma perché mi rendo conto che è l'unico modo per essere in sicurezza e impedirti di prendere una testata (o peggio, molto peggio). D'altra parte, come dici tu, dobbiamo dare noi il buon esempio e quindi chiunque entri nella mia auto, anche se sta dietro, anche se fa solo due metri, anche se... si mette le cinture di sicurezza.
EliminaE poi non credo che esistano i capricci, ma semplicemente le manifestazioni di bisogni.
Ovviamente ognuno è libero di pensare quello che vuole. Io preferirei un mondo in cui tutti si comportano in un determinato modo non perché l'autorità ha stabilito determinate regole, ma perché credono che sia il modo migliore per avere una convivenza rispettosa di tutti.
Molto bello questo post, e mi trovo completamente d'accordo, ho due bimbi di tre e cinque anni e molti momenti di tensione e di sconforto sono stati superati dopo che io per prima mi sono rimessa in discussione. Gonzales è il mio guru, spesso torno a rileggere i suoi libri per trovare risposte a nuovi quesiti che spuntano in continuazione con il crescere dei miei figli. Però devo ammettere che adoro l'energia e la schiettezza dei miei bambini quando urlano i loro 'voglio', quando difendono le loro posizioni e le loro convinzioni, vorrei che mantenessero questa fiducia negli altri e in se stessi che permette di far presente sempre chiaramente quello che vogliono e quello che provano, io ho perso questa capacità crescendo, la paura di essere giudicata sbagliata, di urtare gli altri, la necessità di compiacere per non entrare in conflitto, mi ha portata spesso a non considerare quello che volevo e a nascondere le mie emozioni, i bambini invece ci insegnano come essere autentici e come rispettare davvero noi stessi :-)
RispondiEliminaHai proprio ragione!
EliminaCredo comunque che il modo di fare che propone Gonzales sia proprio nella direzione che indichi anche tu: evitare di dare un giudizio sul bambino per non reprimere la sua autenticità!
Grazie! È un bellissimo post. Faccio tesoro di tutto quello che hai scritto, sento l'uragano che sta per arrivare e voglio avere il tempo di stamparmi bene in testa tutto quanto! :)
RispondiEliminaArriverà l'uragano e non sarai pronta... ma ti ci vorrà poco per rimetterti sulla rotta giusta! In bocca al lupo!
EliminaCiao ho un bimbo di 6 mesi e sono pienamente d'accordo con te non serve essere autoritari, forse bisogna essere autorevoli, nel senso che dobbiamo comprendere sempre le loro necessità e magari cercar di spiegare ai figli le nostre ...sarà dura ma mi piacerebbe tanto avere un rapporto paritario con mio figlio:-)
RispondiEliminaScusa, sono passati vari mesi, non avevo visto questi commenti!
EliminaMi sembra un ottimo approccio il tuo... non è facile, ma si può provare!
Ciao! ho scoperto il tuo blog proprio oggi, così, per caso, come succede il + delle volte con le cose belle e interessanti! e poi ho trovato questo tuo post...ho riso, mi sono arrabbiata, sono rimasta perplessa, ho condiviso e ho capito! io ho una bimba di 2 anni, e mi ritrovo nella tua stessa situazione! i tuoi consigli sono ottimi, a volte ci provo anche io! Nel mio caso ho la sfortuna di AVERE SEMPRE I MINUTI CONTATI! Lavorando full time, il tempo da dedicare a mia figlia è x me troppo poco e sempre di corsa e se dovessi partire un'ora prima alla mattina per andare all'asilo dovrei svegliarla alle 5.30! non è mai semplice! MA CI RIUSCIREMO! ;-)
RispondiEliminaDa oggi Ti seguo con interesse e piacere! buona giornata!
Frà
Grazie Frà! Sono contenta che il post ti sia piaciuto. Capisco anche la difficoltà dei minuti contati, purtroppo. Non è per niente facile. Come va ora?
EliminaCiao Mammavegana! Era da una vita che non passavo sul tuo blog! :-) c'era stato un breve scambio di mail tra me e te nel 2012, nel frattempo sono diventata mamma (Ginevra, 30 luglio 2012) - vegana (insieme a tutta la famiglia: io, lui e la nanetta) e ho letto innumerevoli libri, tra cui anche Gonzalez - che amo incondizionatamente :-p - e Alfie Kohn. Proprio su quest'ultimo sono rimasta molto perplessa. Non mi è piaciuto, mi lascia molto basita sulla teoria della mancanza di "lodi" (per le punizioni sono d'accordissimo)... Lo trovo estremamente inapplicabile nella pratica... tu che ne pensi?
RispondiEliminaNoi nei terrible twos quando ci entreremo? per ora 18 mesi e pochissimi urli...chissà.... :-)
E' un punto molto controverso di Kohn. A me sembra però che sia forse frainteso. Quello che cerchiamo di fare noi è di cercare di trattare il bambino che fa una cosa positiva come faremmo con un adulto. Mi spiego: se mio marito prepara una buona cena, gli dico che... ha preparato una buona cena. Non gli dico "bravissimo!!!!" enfatizzandolo enormemente ogni volta che taglia un pomodoro (faccio per dire). Stessa cosa col bambino. Se mio figlio mi stupisce veramente (e lo fa!) glielo dico. Ma ripetere a cantilena "bravo", "bravissimo!" e simili espressioni mi sembra molto umiliante per lui e troppo "facile" per noi (posso dire "bravo" anche se non sono molto attenta a quello che sta facendo, mentre devo sapere cosa sta facendo per dirgli "hai costruito una torre molto alta"... hai mai notato?)
EliminaCosa ne pensi?
Il post è un bell'esempio di rispetto per i figli. Ho visto genitori trattare bimbi piccoli come il cestino delle loro frustrazioni e l'ho trovato intollerabile. Solo una piccola notazione...in macchina non si mangia...tantomeno l'uva che è un cibo pericolosissimo per il soffocamento.
RispondiEliminaGrazie per le tue parole, hai proprio ragione.
EliminaPerò non mi sembra proprio che l'uvetta sia un cibo pericoloso, forse intendevi l'uva (che però non mangiamo altrimenti si sporcherebbe tutto!)
Comunque Valerio ha fatto autosvezzamento, il che riduce di molto il rischio di soffocamento, dal momento che si è abituato a mangiare pezzi grossi fin da subito.
Grazie. Il tuo post fa bene al cuore e allo spirito. Mamma Irma.
RispondiEliminaGrazie a te Irma!
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