lunedì 9 luglio 2012

In treno col passeggino? Mission impossible!

Io, Valerio, il Babbo e la Nina siamo in partenza per le vacanze. Claus resterà una settimana coi nonni, e poi ci raggiungerà al mare.
Lo scorso fine settimana però io e Vale abbiamo avuto un primo assaggio di vacanze, andando ad un matrimonio dalle parti di Bergamo. Per risparmiare, per non inquinare e perché Valerio è un po' insofferente nei confronti dei viaggi lunghi, decidiamo di andare in treno e farci dare poi un passaggio da un amico dalla stazione di Bergamo al luogo in cui si tiene il rinfresco. Quindi, il passeggino con l'ovetto (da usare come seggiolino per l'auto) è obbligatorio, impossibile ricorrere al mei tai. Ma - penso - con un po' di accortezze il viaggio non sarà così traumatico. D'altra parte - mi illudevo - siamo in un paese civile, dove anche i disabili in carrozzina possono prendere comodamente i treni... no?

Partenza sabato mattina dalla stazione di Firenze. Che è a livello strada, quindi nessun problema col passeggino. Voto: 9.

Primo treno: Frecciarossa Firenze-Milano, su cui ho prenotato un posto accanto alle porte, quindi ho sedile con spazio accanto. Per salire sul treno però devo fare due scalini e col passeggino... come si fa? Passo davanti al capotreno che finge di non vedermi. Per fortuna una mamma con bambino fa sempre tenerezza e faccio commuovere un viaggiatore che mi aiuta a sollevare il passeggino. Il viaggio va bene fino a Bologna, lì Valerio decide che è il momento di mettere alla prova il malefico pannolino usa-e-getta che ha addosso. Risultato: cacca fino alle ascelle. Tristemente mi dirigo verso il bagno, dove con mio raccapriccio scopro che non ci sono superfici orizzontali su cui stendere il fasciatoio da viaggio. Tento allora un kamasutra del pannolino: mettere un piede sul wc, tenere con una mano l'ascella del bimbo, con l'altra togliere i pantaloni, con la terza pulire il culetto... acc, abbiamo solo due mani...
Esco dal bagno con Valerio mezzo nudo e la mia maglietta insozzata di cacca che tento malamente di pulire, col risultato che sembra che mi sia fatta anche io la pipì addosso. Ignoro lo sguardo di pietà degli altri passeggeri e comincio a pensare a come scendere dal treno. All'arrivo a Milano, una signora sul marciapiede mi aiuta col passeggino. Comincio a pensare che questo viaggio potrebbe essere più difficile del previsto. Voto: 6 e 1/2.

Stazione di Milano Centrale: attendo pochi minuti e poi vado a prendere il treno per Bergamo. Voto: non classificato.

Secondo treno (delle ferrovie svizzere) Milano Centrale - Bergamo. Arrivata sul binario mi chiedo che ci fa un treno delle ferrovie svizzere sulla tratta Mi-Bg, ma decido di non fare troppe domande quando scopro che il treno ha una carrozza per disabili in carrozzina, ben segnalata anche dall'esterno. La porta è all'altezza del marciapiede, all'apertura si allunga una piccola rampa. Dentro c'è lo spazio per il passeggino e un bagno abbastanza grande per entrare con le rotelle. Ne approfitto per vestire me e  Valerio da matrimonio, ma calcolo male i tempi e quando il treno arriva nella stazione di Bergamo dobbiamo precipitarci fuori. Io per fortuna sono vestita, Valerio invece è nuovamente mezzo nudo con la camicina abbottonata storta. Madre degenere. Voto al treno: 10. Voto alla mamma: 3.

Stazione di Bergamo. Al binario 5 c'è l'ascensore per scendere nel sottopasso. Peccato che non funzioni. Comincio a smontare l'ovetto per portare prima giù il bimbo e poi tornare a prendere le rotelle, ma per fortuna un ragazzo mi intercetta e porta giù lui la parte del passeggino senza il bimbo. Nel sotterraneo scopriamo che per uscire dalla stazione bisogna salire di nuovo, ovviamente senza ascensore. Il ragazzo, gentilissimo, si immola per la causa e si fa carico del trasporto del passeggino per un'altra rampa di scale, stavolta in salita. Dopodiché mi chiede informazioni per andare a piedi all'aereoporto di Orio al Serio e io temo fortemente che la sua salute fisica e mentale abbia vacillato per colpa dello sforzo. Voto alla stazione: 2. Voto al camminatore folle (che spero non si sia avventurato a piedi in autostrada): 10.

Tralascio qui il racconto dello splendido matrimonio. La sposa era bellissima e il posto (un rifugio a 1000 metri) era meraviglioso (e fresco... è stata dura tornare all'afa). Dopo il pranzo, torniamo a Bergamo accompagnati da una coppia di amici e, memori dell'esperienza dell'andata, mi faccio accompagnare fino al treno (sempre sul fatidico binario 5, dove l'ascensore c'è ma non funziona)

Terzo treno: Bergamo - Milano Lambrate. E' uno di quei treni vecchi da pendolari, con due piani e tante scalette. L'amico mi porta il passeggino fin sul treno, lo saluto, lo ringrazio, lo faccio andar via... e mi rendo conto che per sedermi devo fare altri due gradini. Due. Non uno, mannaggia a loro. Che uno, col passeggino, si riesce. No, due! In quel momento passa una signora che mi aiuta a scendere. Sul treno Valerio fa amicizia con un signore che poi ci aiuta a risalire i due gradini per tornare nell'atrio. Voto: 4.

Alla stazione di Milano Lambrate c'è mio cugino che ci aspetta e mi aiuta col passeggino. Ci dirigiamo verso l'ascensore per scendere, ma... l'ascensore funziona solo dalle 8 alle 21. Sono le 21.40, quindi se uno non può scendere le scale può passare la notte sul binario. Stacco nuovamente l'ovetto con bimbo incluso e cedo le rotelle al cugino e al suo compagno. Come a Bergamo bisogna scendere nel sotterraneo (scale scale scale), poi salire (scale scale scale) e poi scendere nuovamente nel parcheggio esterno, dove veniamo assaliti da uno sciame di zanzare. Voto alla stazione: 2. Voto alle zanzare da guardia: 10.

La mattina dopo ripartiamo per Firenze, con Italo, il nuovo treno che fa concorrenza al frecciarossa.
Mio cugino e il compagno ci accompagnano alla stazione di Milano Garibaldi dove li saluto. "Ti accompagno" "Ma no, dai" "Figurati, ti accompagno". E meno male! Italo parte dal piano inferiore. Per fortuna c'è l'ascensore! Mentre dirigiamo verso l'ascensore, mio cugino (che tra qualche anno si trasferisce a Panama) dice a Valerio: "Quando verrai a trovarci però dovrai camminare. A Panama non ci sono di certo tutte queste comodità come gli ascensori nelle stazioni!" L'ascensore funziona dalle 6 alle 23. In teoria. In pratica non funziona. Ormai sono esperta, stacco l'ovetto e, sfidando il divieto che vediamo in evidenza davanti alle scale mobili, scendiamo col passeggino aperto (e stracolmo di borse). Nel sottopasso scopriamo poi che bisogna risalire e non ci sono nemmeno le scale mobili. Ancora un piccolo sforzo e siamo sul treno. Ma da soli non ce l'avremmo mai fatta. Voto alla stazione: 2. Voto al cugino: 10.

Finalmente Italo, da Milano a Firenze. Il posto assegnato, anche se da catalogo doveva essere con più spazio per le gambe, sembra normalissimo. Mi viene da pensare che allora gli altri posti siano a sardina. Quando arriva la capotreno (che però qui si chiama qualcosa come "train manager"... rabbrividiamo...) il nostro viaggio cambia radicalmente. "Nella carrozza 8 c'è il fasciatoio" "Ah, grazie" "Ci sono due posti con spazio per il passeggino, se vuole" "Davvero?" "Quelli per disabili, ma al momento non sono prenotati. Le prendo io il passeggino. E quella è la sua borsa? Dia a me! Carrozza 8. Ecco qui" "Senta, ma i disabili come fanno per scendere di solito?" "Viene il carrello. Ma se le serve aiuto per il passeggino le chiamo un collega. Dove?" "Firenze. Grazie!"
Il bagno è spazioso, ci entrerebbe anche il passeggino. C'è lo spazio fasciatoio, su cui lego Valerio mentre faccio pipì. Ahhh... avere le mani libere per tirarsi su i pantaloni, questa è vita...
5 minuti prima dell'arrivo, un altro "train manager" viene ad avvertirmi di fare con calma, che tanto a Firenze la sosta dura 8 minuti, c'è tempo, ma di cominciare a prepararmi e che mi aspetta per aiutarmi a scendere dal treno. Voto al treno: 8. Voto all'assistenza: 10.

In conclusione: in Italia se hai le rotelle non puoi viaggiare. Forse se sei disabile e prenoti hai qualche agevolazione in più, ma perché costringere la gente ad "umiliarsi" a chiedere per favore quello che dovrebbe essere garantito?

Ah, buone vacanze a tutte e tutti!