mercoledì 4 dicembre 2013

Due libri in biblioteca

Lo spazio bimbi
Valerio ha molti libri in casa, alcuni regalati, altri prestati, altri ereditati. D'altra parte in casa nostra i libri occupano una buona parte dello spazio che abbiamo a disposizione, tanto che a volte temiamo che prima o poi prenderanno il sopravvento su di noi. Sarà un bel momento.

Dato che però mi piace l'idea che abbia la possibilità di confrontarsi con libri sempre nuovi, ho deciso che ogni 15 giorni lo porterò in biblioteca, dove sceglieremo due libri da portare a casa.
Tra l'altro la "nostra" biblioteca è piuttosto vicina a casa, in una grande villa immersa in un parco, insomma già questo non è male. In più è molto fornita e ha uno spazio tutto dedicato ai bimbi, con anche tavolini e sedie a misura per i più piccoli. 
La scorsa settimana abbiamo restituito i primi due libri: il bellissimo "Piccolo Blu e Piccolo Giallo" e il natalizio "Arriva Babbo Natale"

mercoledì 20 novembre 2013

Natale... e ci caschiamo anche noi...

Tra un mese è natale e mai come quest'anno a casa nostra fervono i preparativi. Anche perché è davvero facile: qualunque cosa si faccia è più del nostro solito nulla.

Insomma, devo dirvelo: anni fa non amavo più di tanto questa festa. I miei genitori erano fermamente anti-consumisti (almeno a parole) quindi in casa non si faceva altro che denigrare il natale, salvo poi farsi i regali, addobbare l'albero e andare a pranzo fuori il 25 dicembre.
Questo clima anti-natalizio aveva contagiato anche me: ricordo ancora di aver scritto in un tema delle elementari peste e corna sulle luci natalizie per le strade. Tutt'ora mi sembra una follia consumista, ma questo è un altro discorso.

Quest'anno abbiamo... ho... deciso di dare un taglio alle contorsioni mentali del "non festeggio ma i regali li faccio lo stesso" e lasciarmi trasportare dalla magia del natale. E con un bambino di quasi due anni è ancora più divertente.

lunedì 18 novembre 2013

Bimbo a bordo!

Come fare a capire se nell'auto davanti alla tua c'è un bambino? L'adesivo sul vetro "baby a bordo" ormai lo regalano ovunque e ce l'hanno anche i vecchi per sentirsi qualche anno in meno.

Per togliersi la curiosità e magari guidare con più prudenza del solito basta guardare alcuni piccoli particolari.

1. Lo specchietto retrovisore non inquadra la strada alle spalle del guidatore, ma il sedile posteriore.

2. Un cane viene tenuto per le zampe posteriori e agitato freneticamente. (Non affrettarti a chiamare la Protezione Animali, quasi sicuramente è un peluche)

3. Il passeggero sul sedile anteriore si gira ogni due minuti porgendo a chi è seduto dietro: acqua, cose da smangiucchiare o anche semplicemente un sorriso.

4. Nell'abitacolo dell'auto volano oggetti difficilmente identificabili (scarpine, calze, bucce di banana...)

5. La donna al volante fa gesti strani. Osservandola con attenzione si riconosce l'imitazione del coccodrillo, dell'orangotango, di due piccoli serpenti (uno solo se nel frattempo una mano resta sul volante), del gatto, del topo, dell'elefante e di due liocorni...

martedì 12 novembre 2013

Giochi da maschio? Giochi da femmina? Basta!

Dopo aver letto l'articolo E’ l’ora di dire basta: boicottiamo tutti Toys Center, ho deciso di mandare questa lettera all'indirizzo: marketing@holdingdeigiochi.it

Sono consapevole che si tratti di una goccia nel mare. In tutti i volantini, anche quelli dei supermercati, esiste questa brutta divisione tra i giochi da maschi e quelli da femmine.
Però se in Svezia ha funzionato, perché non provarci? (Non venitemi a dire che la Svezia è la Svezia... lo so... ma qualcosa possiamo pur tentare anche in Italia, no?)

Gentili responsabili di Toy's Center,
ho deciso di non comprare più nei vostri negozi, anche se sono stata finora una cliente abituale dal momento che abito vicino al punto vendita di XXX dopo aver riflettuto sulla politica di genere da voi portata avanti sia nei negozi che sul catalogo.
Dopo aver letto un articolo sul tema, ho infatti realizzato come nei vostri negozi siano presenti reparti con giochi "da bambina" e altri con giochi "da bambino".
 Anche nel vostro catalogo, così come sul sito, spiccano i termini "Giochi da bimba" (cucine, bambole...) e "Giochi da bimbo" (robot, attrezzi da lavoro, macchinine).
Non credo esistano giochi "da femmina" e giochi "da maschio": tra i giocattoli preferiti di mio figlio c'è una bambola e una delle attività che svolge più volentieri è preparare il caffè e la pizza nella sua cucina giocattolo.
Contemporaneamente gioca con le costruzioni e le macchinine, anche insieme alle sue a michette.
Ho saputo che in Svezia la catena Toys "r" uz, dopo le numerose critiche ricevute, ha pubblicato un catalogo senza divisioni di genere tra maschi e femmine, dove si vedono bambini e bambine che giocano insieme con gli stessi giochi.
 Spero che la stessa cosa accada presto anche in Italia.
I bambini di oggi saranno adulti di domani. I maschietti si troveranno forse ad accudire un bambino, di sicuro a cucinare. Le femminucce vorranno piantare un chiodo senza far cadere la parete. Perché inculcare loro, da bambini, un'assurda divisione di ruoli?

Saluti,
bla bla bla

Che ne dite? Se in tante/i scriviamo lettere di protesta, potremmo ottenere qualcosa! Proviamoci.

lunedì 11 novembre 2013

Tutorial: baby accappatoio fai da te

Dopo l'esperienza positiva con l'acqua lo scorso anno a due mesi e mezzo (in piscina con l'amichetto Martino, Valerio sembrava tranquillo e felice di sguazzare) e dopo le vacanze al mare di settembre, dove invece ci sono voluti 14 giorni (su 15 di vacanza...) per convincerlo ad entrare in acqua senza che nessuno tra i vicini di ombrellone chiamasse il telefono azzurro, a ottobre abbiamo deciso di ritentare con la piscina.
Ovviamente Valerio va col babbo, perché la mamma è troppo freddolosa. 

Fin dai primi tuffi, però, ci siamo scontrati con un problema tecnico: l'accappatoio
Quello che usiamo fin dal primo bagnetto è troppo piccolo per raggiungere lo spogliatoio senza prendere freddo. 
Quelli "normali" che abbiamo trovato in vendita sono troppo grandi. 
Quelli che abbiamo visto all'Ikea, fatti a mantellina, non ci sono piaciuti per niente, però ci hanno dato l'idea. 
E allora, con soli 5,50 euro ho comprato due asciugamani Ikea (in realtà tre perché quello piccolo è in confezione da due) e mi sono data al fai da te. 

Questo è il risultato:

venerdì 8 novembre 2013

Brindiamo! Siamo di nuovo on line

Solo un breve aggiornamento per informarvi che da ieri sera siamo nuovamente connessi al mondo della Rete!

In uno dei post sporadici scritti in questi tre mesi di assenza, avevo raccontato la nostra odissea per attivare una linea adsl nella nuova casa. Ora ho solo milioni di mail in arretrato e centinaia di cose da fare on line. Ma... presto tornerò anche ad aggiornare il blog e a rispondere ai commenti arrivati in questo periodo.

(Chiedo scusa se non ho risposto ad alcune mail inviate, eventualmente scrivetemi di nuovo)

lunedì 21 ottobre 2013

Sei grande, puoi dormire senza di me!

Da sempre sono a favore del co-sleeping: penso che sia il modo migliore per permettere ai bambini di dormire con la sicurezza dell'adulto accanto, e contemporaneamente alle mamme di non doversi alzare cento volte a notte per allattare.
Però, dopo quasi 20 mesi, mi è sembrata l'ora di smettere. Ad un certo punto ognuno deve avere i propri spazi e non ce la facevo più a dormire col rischio, assai poco remoto, di prendermi ogni notte una gomitata nella schiena o una manata in pieno viso.


martedì 1 ottobre 2013

Internet: Un'odissea senza fine

Sono tornata? No. Sto scroccando la connessione nell'ufficio del Babbo.

Ancora siamo senza Internet, nonostante abbiamo fatto richiesta più di due mesi fa. Quindi: perdonate l'assenza e il fatto che non rispondo ai commenti (alcuni non sono stati pubblicati, se non ora, perché per evitare lo spam modero i commenti ai post più vecchi di 15 giorni).
Purtroppo mi posso connettere (male) solo da cellulare e proprio non riesco ad utilizzare l'app di blogger.


 La nostra odissea è iniziata il 29 luglio, quando abbiamo fatto richiesta a Tiscali per un abbonamento ADSL. Il 31 luglio avevamo le password di accesso. Il 1 agosto il contratto, che abbiamo rimandato immediatamente, debitamente firmato. Tutto procedeva a gonfie vele.

Poi, il nulla.


venerdì 23 agosto 2013

Come traslocare con un bimbo di 18 mesi senza stress

Come traslocare con un bimbo di 18 mesi senza stress per lui e per tutta la famiglia?
...
... non traslocare!!!

PS: come potete intuire siamo ancora senza internet, se non da cellulare. Prima o poi tornero' ad aggiornare il blog... spero!

venerdì 2 agosto 2013

Scarse doti artistiche

Siamo ancora senza computer né internet (scrivo con la connessione del cellulare), accampati come sempre dopo un trasloco, ma siamo felici perché abbiamo un letto e un armadio, e cerchiamo di sopravvivere al caldo.

Ieri abbiamo regalato a Valerio una scatola di pennarelli per bambini piccoli, che non sono tossici (appena ne ha avuto uno in mano l'ha messo in bocca, dal lato dell'inchiostro, aperto) e soprattutto sono lavabili da tutti i materiali, compreso il legno del parquet, il cotone delle magliette e la pelle (umana).

Oggi abbiamo giocato a disegnare: lui evitava accuratamente i fogli di carta che gli mettevo davanti, preferendo tutte le altre superfici a disposizione. Io cercavo di scarabocchiare qualcosa per fargli vedere "come si fa".

Finché ho prodotto questo:



"Valerio, guarda qui. Indovina: cos'è questo?"
Valerio lo prende e lo rigira da tutte le parti. Poi mi guarda con sguardo interrogativo.
"Guarda bene. E' un cane, no?"
Me lo restituisce con aria schifata...

Improvvisamente mi sono sentita come l'io narrante del Piccolo Principe.

Anche la mia insegnante di Educazione Artistica delle medie sosteneva che non fossi molto portata per le arti figurative...

mercoledì 24 luglio 2013

Nuove avventure. Ovvero come traslocare con un bambino... tra le scatole

Sembra che il trasloco sia uno dei principali fattori di stress. Su internet c'è chi cita studi psicologici che lo mettono al terzo posto, dopo lutto e separazione (ma c'è chi mette al secondo posto il licenziamento).

Per me è il quart... quint... non voglio nemmeno contare quante volte ho dovuto spostare mobili e scatoloni negli ultimi anni. Stavolta però cercheremo di fare tutto con calma e soprattutto la nuova casa giustifica la fatica: più grande dell'attuale, più vicina al lavoro del Babbo e... con un giardino immenso!

Valerio quindi compirà un anno e mezzo nella nuova casa. Nel frattempo ci aiuta col trasloco. A modo suo, diciamo...
Ecco qualche trucco per sopravvivere.

mercoledì 17 luglio 2013

Pannolini lavabili, bye bye! Un bilancio.

Aspettiamo a cantare vittoria. Con il trasloco in una nuova casa (prossimamente) e il ritorno del freddo (che parlarne ora fa quasi ridere...) non escludo passi indietro. Però al momento Valerio è totalmente spannolinato, da un mese, sia di giorno che di notte. Raccontavo l'inizio di questa nuova avventura proprio un mese fa, nel post sulle mutande dei nanetti.

A parte quattro pannolini tenuti da parte "che non si sa mai", i nostri amici di tante spisciazzate sono stati lavati, piegati e riposti in una scatola, con la speranza di non vederli più per molto tempo.

A mente fredda, ci tengo a fare ora un bilancio dei nostri mesi di utilizzo dei pannolini lavabili, anche perché ho capito che ogni esperienza è a sé, quindi credo che i racconti di esperienze dirette su questo argomento possano essere utili per le mamme in dolce attesa che cercano di destreggiarsi in questo labirinto.


lunedì 8 luglio 2013

Risotto al melone e curry

Ci sono cascata anche io, o meglio il Babbo, ma mi assumo buona parte della colpa. Mi sono sempre rifiutata di scegliere i meloni: c'è chi dice che il melone maturo ha un odore ben preciso, chi invece sostiene che debba fare un determinato rumore se colpito con le nocche... non lo so.

Da quando sto a Firenze ci siamo sempre fidati dei meloni dell'Orto a Casa, che sono ottimi, biologici e per di più ti arrivano direttamente a casa. E, come dice il Babbo, "sono così gustosi che sembra di mangiare prosciutto e melone senza prosciutto" che, concedetemelo, per noi che non mangiamo prosciutto non è poco!

Stavolta però eravamo al mare, in attesa di una coppia di amici con tre figli, e abbiamo ceduto alla golosità. Cosa c'è di più buono, fresco, sano e... comodo da mangiare (anche per i nanerottoli!) del melone? Non avevamo fatto i conti col melone del supermercato. Acerbo. Duro. Insapore.
Gli amici, gentili, l'hanno mangiato lo stesso. La figlia di tre anni ne ha volute tre fette, ma non conta perché a lei piacciono i cetrioli. Insomma, una delusione, quasi da buttarlo via.

Buttarlo via? Non sia mai! Non si butta via niente.
Pensa e ripensa, vaglio ogni possibilità e poi, il giorno successivo, tento l'esperimento culinario: risotto col melone. Ci proviamo? Massì, dai! E incredibilmente, è stato gradito da tutta la famiglia (cane compreso: con Valerio autosvezzante, Nina non perde l'occasione per assaggiare tutte le nostre ricette).

Ingredienti (per due persone e un bambino che complessivamente mangiano come se fossero cinque persone):

  • mezzo melone anche poco gustoso
  • tre bicchierini di riso
  • cipolla
  • brodo vegetale
  • olio
  • curry
  • un cucchiaino di aceto
  • un cucchiaio di salsa tahin

Tagliare la cipolla non troppo finemente e soffriggerla. Aggiungere il melone tagliato a cubetti e poi il riso, mescolare. Procedere secondo la ricetta di qualunque risotto, aggiungendo il brodo man mano che si consuma.
Quasi a fine cottura, aggiungere un cucchiaio abbondante di curry, un cucchiaino di aceto e un cucchiaio di salsa tahin (che rende il tutto più cremoso).

Ve l'ho detto che l'abbiamo finito in un batter d'occhio? La prossima volta sarà da rifare con un melone... ecco, diciamo almeno decente!

lunedì 1 luglio 2013

Autosvezzamento: aggiungere spezie a caso

Sono giorni di vacanza, non ho sempre accesso ad Internet, quindi sto trascurando un po' il blog. Ieri però siamo tornati a Firenze per qualche giorno e così eccomi davanti al computer!

Il nostro autosvezzamento sta procedendo che è una meraviglia e ci chiediamo come avremmo fatto diversamente. Ieri, ad esempio, leggevo alcune ricette pensate per bambini da 0 a 3 anni, tra cui l'allettante dessert di banane e mele:
Sbucciare e grattugiare mezza mela e mezza banana. Aggiungere qualche goccia di limone il cui sapore sarà quasi inavvertibile (peccato, a Valerio piace il gusto del limone!) 
Ma la parte esilarante, per genitori autosvezzanti, è quella dei suggerimenti sulla somministrazione della pappetta.
Darla al bambino, poca alla volta. Se il dessert non è ben accetto (dessert? Chiamiamo dessert una banana e una mela? Anzi, no, MEZZA banana e MEZZA mela!) si può provare a riproporlo eliminando il succo di limone oppure presentando un frutto grattugiato alla volta.
Il Babbo commenta: "Quando a Valerio non piaceva la mela cotta noi non abbiamo tolto il limone, ma aggiunto la cannella... per i bambini autosvezzanti il consiglio dovrebbe essere quello di aggiungere spezie a caso!"

Gli alimenti preferiti di Valerio, ultimamente, sono la senape (ha preteso di avere anche mele con senape) e l'aceto (in particolare le melanzane sott'aceto!), ma non disdegna il peperoncino.



Ormai in casa nostra vige la regola che si sala pochissimo, poi chi vuole eventualmente aggiunge sale nel proprio piatto. Ultimamente però anche il Babbo aderisce al mio metodo: niente sale ma piuttosto peperoncino per dare un po' più gusto al pasto. Ieri sera, dopo aver riempito il piatto di Valerio con la pasta alle melanzane, metto nel mio una punta di una salsina dalla piccantezza estrema (a base di Naga Morich, uno dei peperoncini più piccanti al mondo) regalataci da un'amica che conosce il nostro gusto perverso per il piccante masochistico (per capirci, il piccante di quando pensi "forse dovevo metterne un po' meno" mentre le orecchie diventano rosse e la lingua si anestetizza).
Qualche minuto dopo, sovrappensiero (cercavo di sopravvivere alle improvvise lacrime, al singhiozzo e alla gola bruciante) cedo alle richieste pressanti del piccolo e verso dal mio piatto nel suo una buona mestolata di fusilli. Salvo poi rendermi conto che non era un normale aglio olio e peperoncino, come ormai Valerio mangia senza nemmeno fare facce buffe. Non sarebbe stato facile spiegare al pronto soccorso pediatrico che avevo dato ad un bambino di 16 mesi un alimento che sarebbe considerato mortale da una buona fetta di popolazione mondiale (escluderei soltanto i messicani, gli indiani e i calabresi).

Autosvezzamento sì, ma non esageriamo. Di tutta fretta, ignorando le sue proteste, gli ho tolto la pasta incriminata e gliene ho servita altra senza piccantezza mortale.

Che dite, cercando bene trovo anche gli omogeneizzati al peperoncino?

venerdì 14 giugno 2013

Le mutande dei nanetti

Esattamente un anno fa scrivevo dell'inizio del nostro percorso di E/C (elimination communication) termine usato da chi cerca di instaurare col bambino una comunicazione per capire quando deve fare i suoi bisogni. Senza il pannolino. Fin dai primi giorni di vita. Sembra incredibile ma c'è chi lo fa davvero.

Noi abbiamo fatto un'EC piuttosto soft: pannolino (ovviamente lavabile) per le uscite e la notte, niente in casa, ma ancora pannolino quando ci sono degli ospiti o comunque l'attenzione di babbo e mamma non può essere costante.

Tra alti e bassi, siamo ancora vivi. Anche perché, a differenza di quanto si crede, non vuol dire dover rimanere con gli occhi fissi sul bambino e la mano pronta a spostarlo sul vasino.

Da qualche tempo abbiamo fatto un passo in più: cominciando a proporgli di fare la pipì durante le uscite, il pannolino rimaneva miracolosamente asciutto. Stessa cosa la notte, portandolo in bagno quando piagnucola, dorme meglio e arriva asciutto al mattino.

Da qualche giorno, complice il caldo, abbiamo allora tolto il pannolino la notte. E teniamo le dita incrociate...
Ieri, poi, mi sono lanciata e siamo usciti tutto il giorno senza pannolino. Non è andata benissimo perché ero un po' in ansia e continuavo a proporgli di fare pipì, tanto che alla fine, credo per disperazione, me l'ha fatta sulla fascia (non nella fascia... proprio sulla fascia, che era appoggiata in terra...) ma alla fine niente di così tremendo... è fattibile, riproveremo.



Nel frattempo ho scoperto qual è il maggior problema dell'EC. Non è la pipì in terra. Non è lo sforzo per capire quando il bambino deve fare pipì. Non è il peso del bimbo/elefantino che dev'essere sostenuto.
Il vero problema sono le mutande. O meglio, le domande dei venditori di mutande.

"Vorrei delle mutande piccoline per bambino. Di questa dimensione qui" (mostrando le mutande già comprate l'anno scorso che gli stanno a pennello)
"Per che età?"
"Ehm... il bambino (che in quel momento è nella fascia, davanti al bancone) è più piccolo di età, ma porta la taglia 4. Credo siano per 3 anni."
"Allora vanno bene queste - (mutande 2/4 anni che, misurate, sono molto più piccole di quelle che gli ho fatto vedere) - o altrimenti queste" (mutande identiche a quelle che ho in mano... e non poteva darmele subito?)
"Bene, prendo queste. Grazie."
"Ma il bambino, così grande, non le pesa?"
"No, questo supporto scarica bene il peso sulle anche."
"A quell'età però il bambino dovrebbe già camminare da solo, eh! Scansafatiche!"
"..."

Balbetto qualcosa ed esco. Non ho la prontezza di dirgli che no, il bambino non HA tre anni, anche se VESTE tre anni. A un anno e tre mesi cammina, sì, ma non abbastanza da andare a fare shopping.
E ho un flashback.
giugno 2012
"Vorrei delle mutande molto piccole. Piccolissime. Per un bambino di quattro mesi. Per tenerlo senza pannolino. Sa, con questo caldo..."
"Abbiamo solo queste, taglia 4. Sono un po' grandi, ma se ci mette sotto il pannolino, gli stanno bene..."
"..."
Devo assolutamente cambiare negozio di mutande....

lunedì 10 giugno 2013

Grazie Bibi

Qualche giorno fa, davanti alla mia cassetta delle lettere faceva bella mostra di sé un pacco. Non del tutto inaspettato, perché era stato fortunatamente preannunciato qualche giorno prima.

Facciamo un passo indietro.
A dicembre Barbara de La Tavola Rotonda aveva lanciato una rubrica mensile, a cui tutti potevano partecipare commentando il tema che avrebbe lanciato ogni volta. A febbraio il tema era l'uguaglianza.
Io avevo partecipato con il post "Uguaglianza, cous cous e l'Isola sotto il mare"

Poi però Barbara ha deciso di prendersi una pausa dal blog: troppe cose da fare, e la capisco.
Chiunque altro avrebbe detto: "Vi saluto" e sarebbe finita lì. Invece no! Quella gran donna della Bibi ha voluto regalare un pezzetto di sé a tutti quanti. E cosa va a regalare? Pezzi della sua libreria! Pazza... :-)

A me è arrivato un doppio volume de Le mille e una notte.
Questo:



Mi ha riportato indietro di qualche anno (qualche? Avevo otto anni... una vita fa!) quando in vacanza coi miei genitori avevo portato tra i tanti libri, anche una riduzione per la scuola de Le mille e una notte. Ricordo una serata in battello tra i fiordi della Danimarca: c'era un freddo terribile nonostante fosse luglio e cercavamo di scaldarci leggendo i racconti di Sherazad.
Ora che ho la versione "da adulti" con molte più storie, posso nuovamente sfidare il freddo del Baltico. Oppure questa primavera autunnale... più o meno la temperatura è la stessa.

Grazie Bibi! E' un regalo davvero gradito.

giovedì 6 giugno 2013

Una stella in più

Quando mancano le parole.
Per una vita hai usato le parole. Per lavoro, per gioco, per hobby. Fin da quando eri bambina.
In certi momenti però non c'è niente da dire.

Come quando ricevi una notizia che ti stende.
Come quando vorresti parlare d'altro, pensare ad altro, scrivere altro. Ma la tua testa sembra un boomerang e ti porta sempre al punto di partenza.
Come quando vorresti trovare le parole giuste per aiutare degli amici a lenire il dolore incolmabile di una perdita. Ma ti rendi conto che quelle parole non esistono.
Come quando vorresti trasformarti in un abbraccio, così non avresti bisogno di trovare impossibili parole.


Addio Margherita. Non ho fatto in tempo a conoscerti e già mi manchi.

venerdì 31 maggio 2013

Giocare con poco (2)

Dopo il post "Giocare? Costa poco!" torno con una carrellata di attività che in questi giorni stanno intrattenendo Valerio quando non è all'aperto. Perché diciamocelo, fosse per lui passerebbe le sue giornate fuori casa, ma non sempre è possibile (a proposito, quando arriva la primavera?)

Continuano dunque gli esperimenti dell'infilare qualcosa dentro qualcos'altro. Ma la tecnica s'è affinata. Qui ad esempio infila una chiavetta usb in un contenitore del latte.


Poi la fa cadere... e il gioco può continuare all'infinito o quasi. 


Oppure si può scoprire che il contenitore del latte ha anche un coperchio e quindi provare a chiuderlo (senza ancora riuscirci perché non ruota il tappo, magari sarà la prossima scoperta).


Per il Vero Vegano che sicuramente è in agguato pronto per cogliermi in fallo: sì, è un contenitore del latte. Di mucca. Ma no, non l'abbiamo comprato. Ci è stato regalato appositamente per fare questo gioco con Valerio, dato che il tappo è più grande di quelli del latte di riso che compriamo solitamente noi.

Continuano i giochi coi nostri amati stuzzicadenti. Qui sotto nel gioco abbinato ai tappi di bottiglia: riempire un contenitore di tappi e stuzzicadenti, e poi versarsi tutto addosso e ricominciare è un'attività che ultimamente gli piace molto e si presta a molteplici varianti.


Nei giorni scorsi Valerio ha mostrato un grande interesse per le calamite che abbiamo attaccato sul frigo e che reggono bigliettini e fogli vari. Ogni volta che ci passava davanti in braccio a qualcuno, subito si protendeva per afferrarle... e far cadere tutto in terra. Abbiamo quindi deciso di comprarne alcune da attaccare nella parte bassa del frigo. Queste sono quelle che costavano meno... Delle lettere in sé ancora non se ne fa molto, ma attaccarle e staccarle è un gran divertimento.


Questi invece non sono proprio un gioco a costo zero, ma è stato un regalo molto gradito. E' una scatola di Kapla, stecche di legno tutte della stessa dimensione che si prestano ad essere utilizzate per realizzare delle costruzioni. Sicuramente è un'attività per bambini più grandi, ora Valerio ha appena 15 mesi e più che altro le trasporta da una parte all'altra della casa. Però già gli piacciono e si impegna moltissimo a... distruggere le torri costruite dalla mamma.




 Infine non potevano mancare le attività con la farina. La preferita (non tanto dal bambino ma da chi deve pulire) è quella di semola di grano duro, che si attacca meno ai vestiti e si riesce in gran parte a recuperare. Ancora meglio sarebbe forse quella di mais. Valerio rimane intere mezz'ore a spostare la farina dal contenitore al tappeto, e poi a tentare di rimettere tutto dentro con scopino e paletta. Non c'è niente da fare: ho un figlio ordinato. Che, considerando i due genitori che si ritrova, super disordinati, è praticamente un miracolo.




mercoledì 29 maggio 2013

Passeggiando con una disadattata

In risposta a Valerio che passeggiando indica quello che vede e pretende di conoscerne il nome:


"Quella è una betulla. Quella lì è una magnolia. Quello... mi sembra sia un susino. Quella è una quercia, credo sia un rovere. Questo è un tiglio. Quello? Ah, quello è un fico... vedrai che tra poco mangeremo quelli di fine giugno, mia nonna li chiamava "fichi di San Giovanni". Quello è un acero. Questo alto alto è un cipresso. Questo è un ciliegio. Quello? Mmmm... guarda, io con le conifere sono una frana, potrebbe essere un larice ma anche no. Questo invece è facile, è una mimosa. Questo lo riconosci ormai anche tu, è un ulivo..."


"Questa è un'automobile. Questa? E' un'automobile. Anche questa è un'automobile. Questa lo so perché è uguale alla nostra: è una Panda. Questa è un'altra automobile. Questo è una specie di suv. Questa? Lo so che non sono originale, ma è un'automobile."


  1. Mi sono resa conto che sono una disadattata: conosco i nomi degli alberi più comuni ma riconosco a stento due tipologie di automobili.
  2. Per migliorare la mia autostima, dovrei passeggiare solo nei parchi o in campagna.
  3. Per fortuna oggi la nonna ha ritrovato un cestino di macchine del Babbo. Almeno Valerio può imparare da quelle (e poi insegnare a me).
  4. Valerio farà il meccanico. O l'autista. Oppure cambierà un'auto all'anno, mandandomi in crisi.

martedì 21 maggio 2013

La famiglia si allarga

Non mi faccio più sentire da giorni, ma sono parzialmente giustificata. Abbiamo un nuovo componente della famiglia e abbiamo dovuto accoglierlo al meglio.
Da qualche giorno infatti ospitiamo un topino: una presenza non ingombrante: sta in una scatola di plexiglass grande per lui ma relativamente piccola per noi, mangia poco, non abbaia, non fa la pipì in terra - o meglio, fa la pipì in terra ma viene assorbita dalla lettiera - e la maggior parte delle ore del giorno rimane rannicchiato nella cuccetta che s'è costruito con pezzetti di carta igienica. La notte invece lo sentiamo correre nella ruota e nei rotoli di cartone che gli abbiamo fornito. L'abbiamo chiamato Tapullo.


Proprio pochi giorni fa avevo scritto "Se mai adotterò un cane che non ha ancora un nome, vorrei chiamarlo Tapullo"; l'animaletto che è arrivato è molto più piccolo di un cane, ma va il nome è rimasto.
Per chi non conosce il ligure, dicesi "tapullo" una riparazione di emergenza che però spesso aggiunge nuovo valore all'oggetto riparato.

Il "nostro" Tapullo viene dal Dipartimento di Farmacologia dell'Università di Milano, è un maschio e quindi purtroppo deve rimanere da solo perché i maschi adulti tendono ad essere tra loro aggressivi.

Nel frattempo Valerio ha già imparato a dire "Ta-puuu", probabilmente con grande disappunto di Nina ("Nina" invece non è ancora tra le parole conosciute)


E a proposito di famiglia, è arrivata una nuova foto di Irene, la gallina dell'Ippoasi che abbiamo adottato a distanza.

Guardate che meraviglia, nonostante sia come sempre un po' spelacchiata (anzi, spiumacchiata), sembra molto contenta della piscina di fango dietro le sue spalle! Urge una nuova visita all'Ippoasi.

martedì 7 maggio 2013

Piccoli linguaggi crescono

"Vale, guarda un gatto!"
"Attii!"

"Andiamo in auto"
"Brumbrrrr"

"Leggiamo la storia del pesce"
"Baph baph"

"Questo è il peluche orso, questo è il cerbiatto, questo è il cavallo..."
"Clop clop clop"

"Attento, aspetta prima di mangiare perché brucia"
"Fffffff"

"Guarda, un soffione"
"Fffffff" (uguale a "brucia")

"Prendi il libro del leone"
"Ahhhrrr"

"Come fa il campanello della bicicletta?"
(muovendo il braccio) "Ding"

"Hai fame?"
"Aaaaammmm!"

...
...

Se solo impara a dire "pipì", "sete", e "caldo/freddo" al posto di "uaaaaaaaahhhhhh" siamo a posto.

venerdì 3 maggio 2013

Di premi, riconoscimenti e tutto il resto

Arrivo sempre tardi. Nei quasi due anni di vita di questo blog, ho ricevuto dei riconoscimenti da tanti amici (quasi tutte amiche, a dire il vero) "incontrate" on line, che hanno segnalato il mio blog tra i loro preferiti. La cosa mi ha sempre fatto molto piacere, ma raramente ho trovato il tempo per ricambiare.
Provo ora a farmi perdonare, raccogliendo in questo post i premi che ho ricevuto. Ringrazio pubblicamente tutti quanti! E spero di non aver dimenticato nessuno...

Sono ufficialmente "Betty Approved" e ne vado fiera. Mi scuso però con Betty per aver tardato così tanto a pubblicare il suo meraviglioso fiocco! Rimedio subito:

Nemmeno un mese fa (via, non sono tanto in ritardo) Francesca di io&Marc mi ha assegnato questo:
Devo ora condividere sette cose di me. Urca che difficile!
  1. Ho due puzzle appesi in camera, due in camera di Valerio e addirittura uno in bagno!
  2. Se mai adotterò un cane che non ha ancora un nome, vorrei chiamarlo Tappullo.
  3. Ho aperto la mia prima casella di posta elettronica nel 1998. Ed è ancora attiva.
  4. Sono diventata vegetariana per gradi, eliminando prima la carne di cavallo e le lumache (di cui ero ghiotta). Poi però a 19 anni ho fatto il "grande salto".
  5. Mi piacerebbe poter ospitare tanti animali salvati da situazioni difficili (cani, gatti, galline, conigli topi... non mi spingo oltre per non spaventare il Babbo che potrebbe leggere questo post) :-)
  6. Prima o poi mi avvicinerò al buddismo: ancora manca qualcosa nella mia vita e credo di poterlo trovare lì. 
  7. Sono una perenne ritardataria. Ma questo forse si sapeva già.


Faceva ancora freddo quando a febbraio da LibereLettere e da Pe di 30 metriquadri ho ricevuto questo e ne sono davvero onorata:


Da Nadir, Redsheen di VegEfforts e Annalisa di Passatotralemani a gennaio ho ricevuto questo:
E ora devo rispondere alle domande:
  1. Colore preferito: viola
  2. Animale preferito: gatto, ma sono allergica
  3. Numero preferito: 19 (non chiedetemi perché)
  4. Drink preferito non alcolico: succo di frutta alla pesca
  5. Preferisci FB o Twitter: Facebook, non sono ancora riuscita ad imparare ad usare Twitter!
  6. Le mie passioni: un tempo adoravo leggere, oggi mi accontento di passare la maggior parte del mio (poco) tempo libero a scrivere
  7. Preferisci ricevere o fare regali: fare regali pensati e ricevere regali altrettanto pensati
  8. Modello preferito: ehm... non ho capito la domanda
  9. Giorno preferito della settimana: sabato
  10. Fiore preferito: margherita perché alle elementari ero nella sezione "margherite"

A settembre dello scorso anno, dopo il Blograduno, avevo conosciuto Felicia che mi aveva poi dedicato questo premio:

Spero di rivedere Felicia al prossimo blograduno, per potermi scusare di persona per il ritardo.


Sempre lo scorso anno, a luglio, ho ricevuto questo da Robin:

Approfitto di questo post per mandarle nuovamente un abbraccio forte.

Andiamo ancora indietro nel tempo, a febbraio Donatella di Cucina Abitabile e Ale la Spezia Pazza mi assegnavano questo:

Lo stesso premio mi è stato assegnato anche quest'anno da Strega Northia di Sussurro Pagano. Mi sembra che sia un'ottima cosa che questi riconoscimenti continuino a girare anche a distanza di tempo. Pochi giorni dopo è nato Valerio, quindi per questo posso dire di essere scusata?

mercoledì 1 maggio 2013

Lavori da mamma (e papà)

In occasione del primo maggio, festa dei lavoratori, ecco un elenco di professioni per le quali ogni genitore è assolutamente referenziato.


  • Portieri di notte in un albergo malfamato. E' nulla rispetto a svegliarsi ogni 20 minuti con un neonato che ti strilla nelle orecchie.
  • Pulitori di strade dopo manifestazioni pubbliche. Piazza San Giovanni dopo il concerto del primo maggio sembra spazzata a lucido in confronto al pavimento sotto al tavolo di un bambino che fa autosvezzamento.
  • Interpreti per muti. Ogni genitore sa interpretare almeno i concetti fondamentali espressi dagli esserini mugolanti che ha di fronte (fame, sonno, freddo, dammi quella cosa lì, cos'è sta schifezza che vorresti farmi mangiare?, mamma, voglio la mamma, ho tanto bisogno della mamma...)
  • Tagliatori di unghie per leoni.Avete mai provato a tagliare le unghie ad un bambino? Alcuni temerari non sono sopravvissuti per poterlo raccontare. Questo però per me lo escludo perché temo si svolga solo negli zoo.
  • Impannolinatori di anguille incontinenti. Non so se questo ha molto mercato, ma nel caso è perfetto per chi cambia 8 pannolini al giorno ad un esserino sempre più sgusciante (e ribelle).
  • Salvatori di lemmings. Una mamma che evita il suicidio del figlio almeno 200 volte al giorno potrebbe salvare un intero branco di questi animaletti (lo so, è una leggenda metropolitana. Però il videogioco era carino)


Ho poi trovato anche tre lavori adatti a Valerio, che in questi tempi di crisi non guasta.


  • Antifurto. Basta convincerlo che gli oggetti preziosi della casa sono i suoi e nessun ladro potrà rubarli senza attivare la sirena (ueeeeeueeeeueee). Piccolo effetto collaterale: nessuno potrà mai più usare questi oggetti...
  • Traslocatore per mini appartamenti. Molto mini. Diciamo case per bambole. Ma come sposta lui le cose da una stanza ad un'altra, facendo strisciare le scatole sul pavimento, non lo fa nessuno!
  • Nasconditore di oggetti per caccia al tesoro. E' sempre piacevole aprire il cassetto delle lenzuola e trovarci dentro una tazzina da caffè che non trovavi da giorni.

Buon primo maggio!

lunedì 15 aprile 2013

Frittata di spaghetti - senza uova

Avete presente quei piatti riciclosi che ti senti soddisfatta di te e in pace col mondo intero perché sei riuscita a riciclare le lenticchie della sera prima in polpette succulente? 

Diciamo la verità, io non ci riesco quasi mai. Per due motivi. Il primo che le polpette che riesco a preparare io non sono degne di questo nome. Il secondo è che in casa nostra raramente ci sono degli avanzi. Lo stomaco del Babbo da sempre e il mio da quando allatto sono due buchi neri senza fondo.

La scorsa settimana però è successo un fatto increscioso: il Babbo ha preso un giorno di permesso perché Valerio aveva la febbre e quindi ci siamo trovati con una porzione di spaghetti che avrebbe dovuto portare al lavoro (sì, per motivi economici e di salute, il Babbo si porta il pranzo da casa). Ora non venitemi a dire che gli spaghetti non sono un piatto da mangiare riscaldato il giorno dopo. LO SO. O almeno, l'ho scoperto proprio quel giorno. Però la sera prima volevo provare gli spaghetti agli agretti (non sono venuti un granché bene, devo riprovarci) e quindi quello era ciò che passava il convento.

Dopo aver sentito parlare più e più volte, soprattutto durante l'adolescenza, della frittata di spaghetti, nonostante la contrarietà del babbo, ho voluto provare una versione vegana e devo dire che l'esperimento è innegabilmente riuscito:


Ecco qui quindi la mia ricetta.

Ingredienti
- un piatto di spaghetti della sera prima, anche non riusciti perfettamente
- mezza tazza di farina di ceci
- mezza tazza abbondante di acqua
- sale (poco, gli spaghetti solitamente sono già salati)
- olio

La preparazione è molto simile a quella della frittata con le verdure che avevo pubblicato tempo fa. Mescolare acqua e farina fino ad ottenere un composto liquido e omogeneo. In una padella versare un filo d'olio, gli spaghetti e subito la pastella di farina di ceci. Coprire e cuocere a fuoco lento per circa cinque minuti. Quando la frittata solidifica, girare con l'aiuto di un piatto o di un coperchio.

Incredibilmente questa ricetta ha soddisfatto anche quello scettico del Babbo. Provare per credere.

Mi rendo conto ora che è nuovamente lunedì, quindi posso partecipare al 100% Vegetal Monday de La Cucina della Capra! Oh, ma quanto mi sento una "vera" food blogger (ahahah!)

giovedì 11 aprile 2013

E. R. giocattoli in infermeria

Nel quartiere in cui viviamo c'è una ludoteca molto carina che organizza attività extra, alcune a pagamento, molte gratuite, come il corso di massaggi per neonati o lo scambio di libri.
Recentemente veniva pubblicizzato un pomeriggio di "pronto soccorso" per riparare i propri giocattoli rotti con una locandina che diceva più o meno: "Bambini! Non buttateli via! Portateli qui il giorno tale e ve li ripariamo noi!"

Il primo pensiero è stato: per il momento a noi ancora non serve, Valerio non ha ancora distrutto nulla.
Subito dopo: bella idea insegnare ai bambini che i giochi si possono riparare.

Non per colpa del piccolo, ma degli adulti della famiglia (e delle etichette poco chiare), qualche giorno fa ecco il primo gioco da riparare. La cuginetta per pasqua ha regalato a Valerio un uovo con un pupazzetto di SpongeBob al posto del fiocco, finito dopo poco in lavatrice con un programma delicato, a 30 gradi come indicato. Spongebob però in lavatrice ha perso la faccia... nel senso letterale del termine: occhi e bocca si sono sciolti.

Valerio in realtà non se n'è minimamente preoccupato, ma a me e al babbo fa un po' impressione, quindi ieri sera, munita di colla vinilica e di forbici dalla punta arrotondata come nella migliore tradizione di Art Attack (non è vero, le forbici erano quelle da cucito, non abbiamo ancora forbici da bambini) ho cominciato con gli occhi.

Il risultato non è male, che dite?


Dopo aver verificato che gli occhi rimangano incollati abbastanza da reggere agli attacchi del piccolo distruttore, stasera continuerò con bocca e denti.

Nel frattempo ho ripensato alla locandina del pronto soccorso per giocattoli e mi sono resa conto che forse,  come si dice dalle mie parti, parla a nuora perché suocera intenda.  Anziché rivolgersi ai bambini perché portino i propri giocattoli a riparare e non li buttino via, quelli da sensibilizzare non saranno piuttosto i genitori, figli del consumismo anni ottanta e novanta? In fondo credo che nella maggior parte dei casi, per riparare giochi basti veramente poco e anzi con un bambino un po' più grande può diventare facilmente un'attività da fare insieme.

Ma si sa, buttare via e ricomprare è decisamente più comodo!

lunedì 8 aprile 2013

Dessert biscotto e crema e 100% vegetal monday

Dovete sapere che abbiamo avuto un lutto tra gli elettrodomestici. Dopo alcuni anni di onesto lavoro ci ha lasciati la nostra fidata macchina del pane. Eravamo pronti all'addio perché già da tempo aveva dei momenti di scarsa lucidità, si metteva a gemere nel bel mezzo del suo lavoro e faceva spavento.

Ma dato che morto un pap... ehm, una macchina del pane, se ne fa un'altra, abbiamo deciso di comprare al suo posto un'impastatrice. Incuriositi dai vari strumenti inclusi, abbiamo scoperto che l'impastatrice è ottima per preparare anche le creme. Potevamo accontentarci? Nooo!

Ispirata da questa ricetta, ho deciso di realizzare un dolce che è stato molto apprezzato anche da due amici ospiti a pranzo e, qualche giorno dopo, è stato riproposto ad altri due ospiti. Incredibilmente è riuscito anche al secondo tentativo (solitamente a me non capita mai)

Ecco quindi una ricetta non proprio da tutti i giorni, ma la metto a pieno titolo nella rubrica "un secondo è nel piatto"perché è un dolce dalla preparazione molto facile e veloce.

Ingredienti (per 4 persone)

per la crema:
  • 500 ml di latte di soia
  • 50 g di zucchero di canna
  • 30 g di farina 2 (non chiedetemi perché, chiedetelo alla Ravanella) :-)
  • 20 g di amido di mais
  • 2 cucchiai di olio di semi di girasole bio
  • un pizzico di vaniglia
  • la scorza di un limone rigorosamente bio
per il dolce:
  • 4 biscotti vegan ai cereali
  • qualche goccia di latte di soia
  • fiocchi d'avena
  • cioccolato fondente
Procedimento:
Intiepidire latte, scorza di limone tritata e vaniglia. Nell'impastatrice versare zucchero, olio e le farine. Impastare aggiungendo a filo il latte.
(L'impastatrice non è fondamentale, si può usare una frusta e del sano olio di gomito. Purché bio)
Rimettere sul fuoco per qualche minuto, rimescolando in continuazione, finché la crema non addensa.

Mettere in ogni ciotolina un biscotto. Bagnarlo con qualche goccia di latte di soia. Ripartire la crema nelle quattro ciotole. Spolverare con i fiocchi d'avena e di riccioli di cioccolato fondente (ottenuti con il pelapatate direttamente sulle ciotole)
Lasciar raffreddare.



Per la prima volta riesco a pubblicare una ricetta di lunedì e quindi partecipo volentieri al 100% vegetal monday de La Cucina della Capra.
Le mie motivazioni per una ricetta 100% vegetale? Perché è buona! (per gli animali, per il pianeta, per il palato!)


venerdì 5 aprile 2013

Primi passi all'Ippoasi

Domenica (non a pasqua, la settimana precedente) siamo tornati in visita all'Ippoasi, dopo un anno e mezzo di lontananza. Ci eravamo infatti andati per il mio compleanno di due anni fa, con l'allora "Robino" nella pancia.
Questa volta siamo tornati con Valerio, che ha visto per la prima volta tanti animali che per lui, bambino di città, erano sconosciuti. Per chi ancora non lo sapesse, l'Ippoasi è un rifugio per animali da reddito (cavalli, mucche, galline, maiali, capre etc) salvati dal macello e ora liberi di vivere lontani dallo sfruttamento.

In realtà "tornati" non è la parola giusta, in quanto nel frattempo l'Ippoasi ha cambiato sede, spostandosi a San Piero in Grado, nel parco di San Rossore (vicino a Pisa). Qui gli animali hanno a disposizione un terreno molto grande (il perimetro è di 800 metri!), in parte aperto e in parte boschivo. Il trasloco è avvenuto da poco, e c'è ancora molto da lavorare: chi vuole offrirsi come volontario anche solo per qualche giorno, trova tutte le informazioni sul sito di Ippoasi.

Le visite (gratuite, ma sono gradite offerte!) si svolgono il sabato e la domenica, al mattino e al pomeriggio. Domenica al pomeriggio eravamo solo noi, gli unici che non si erano fatti spaventare dalle previsioni del tempo (per fortuna! Alla fine la temuta pioggia non è arrivata) quindi la visita è stata molto informale: siamo infatti stati coinvolti nel momento pappa/sverminamento degli equini, attraverso fieno misto a semi di zucca. E' stato un momento divertente e contemporaneamente anche istruttivo.



Per i cavalli erano pronte delle ciotole (simili a quelle dei cani) legate ad una specie di sacchetto con una lunga cinghia, da mettere al collo di ogni cavallo. Gli asini e il poni Lola, invece, non riescono ad infilare il muso in queste ciotole e quindi per loro erano pronti dei secchi. Per loro però è necessario un volontario di vedetta perché non rovescino il secchio e non si facciano rubare il cibo dalle capre.


Io e Valerio ci siamo occupati di Lola, che è piccoletta ma ha un bel caratterino e ha allontanato in malomodo uno degli asini che aveva osato lanciare uno sguardo al suo secchio.


Quando Lola ha finito, abbiamo raggiunto gli altri e siamo stati seguiti dagli asini Cagliostro e Abramo. Valerio è rimasto molto colpito dagli asini ed è riuscito ad accarezzarli. Dei cavalli aveva un po' paura, le caprette si muovono troppo veloci, gli asini invece si sono fermati a farsi coccolare.


Il Babbo è stato scelto da uno dei due (non so se Cagliostro o Abramo) come massaggiatore ufficiale. Dopo qualche grattino sulla schiena, Christian ha avvertito il Babbo: "Si sta girando, ti dà la schiena". Il Babbo subito si è spostato, per evitare eventuali calci, ma Christian, ridendo, gli ha detto che non c'era nessun pericolo... solo quello di dover rimanere ore ed ore a grattare il culo di un asino... Infatti appena il Babbo si spostava di un metro, subito anche l'asino arretrava e riposizionava il suo sederone proprio sotto la mano.



La visita s'è conclusa nel pollaio, dove le galline hanno uno spazio enorme e si sono anche costruite alcuni giacigli all'interno di un cespuglio. Purtroppo ce n'era una che non stava bene e non sappiamo se è la "nostra" Irene.

Torneremo presto a trovare gli animali di Ippoasi, sperando anche nel bel tempo: non se ne può più di questa pioggia!
Nel frattempo probabilmente Valerio avrà imparato a camminare. Forse ispirato dai tanti animali liberi, i primi cinque passi senza appoggio li ha fatti proprio domenica all'Ippoasi!

lunedì 25 marzo 2013

Sotto sotto è spam. Ma io non ci sto.

Spammer che usi il mio blog - come immagino molti altri - per far salire i tuoi blog nelle ricerche: una volta mi hai fregata, ma due è troppo.
Leggere tra i commenti quello di una certa "Daniela stipendi pubblica amministrazione" mi aveva insospettita (perché mai un nick così strano?), ma quando dopo pochi giorni è arrivata a commentare anche "Elena trasferimenti militari" il dubbio è diventato certezza: qui gatta ci cova.
Così ho scoperto che i nomi utilizzati non riportavano ad un profilo privato, ma a due post su due diversi blog, casualmente proprio sul tema del nick. Casualmente, eh.
Tra l'altro temi che non c'entrano proprio nulla con questo blog.

Perché una persona si prenderebbe la briga di fare una cosa del genere? Basta conoscere una regola dei motori di ricerca: gli articoli che sono più linkati, sono quelli che appaiono prima nelle ricerche.
Non erano commenti utili. Non c'era un vero interesse verso il confronto. Era soltanto un'operazione commerciale.

Così li ho cancellati. Sotto sotto, anche questo è spam.


Tra l'altro l'origine del termine spam deriva da una marca di carne in scatola. Niente spam per favore. Su un blog vegano, è ancor più un'incongruenza.

AGGIORNAMENTO del 19/07/2013
I "miei" amici spammer hanno fatto un passo avanti. Ora i commenti arrivano da "Cristina A." o "Valeria M." ma sono nuovamente spam. Addirittura l'ultimo commentava positivamente una ricetta che avevo inserito nelle prime righe di un post per "distruggerla" in quanto inadatta a bambini autosvezzati.
Spammer che commentate, in un italiano improbabile, per poter pubblicare (nascostamente) l'indirizzo del vostro sito, almeno leggete tutto il post, altrimenti fate una figuraccia...

venerdì 22 marzo 2013

Merenda sprint datteri e noci

Questa è davvero una ricetta da "un secondo è nel piatto", tempo di realizzazione: 30 secondi.

Ingredienti:
5 noci dell'amazzonia (già sgusciate)
3 datteri

Preparazione
Snocciolare i datteri. Mettere tutto in un macinino elettrico (quello che uso per i semi). Bzzzzzzz. Si ottiene una pastella simile alla pasta di mandorle, molto oleosa con cui si possono fare delle palline. I più creativi possono anche usarla per modellare statuine, animaletti etc. Io non sono riuscita perché Valerio reclamava a gran voce la sua merenda!

P.S: Le dosi consigliate erano pensate per una merenda mamma-bimbo. Come spesso accade quando il bimbo famelico gradisce, la mamma è rimasta a digiuno...

mercoledì 20 marzo 2013

Giocare? Costa poco!

Ricordate quel post che Blogger mi aveva cancellato? Prima o poi mi verrà voglia di riscriverlo. Era un calcolo delle spese sostenute per Valerio nel suo primo anno di vita. Un'indagine di Federconsumatori nel 2011 aveva calcolato per il primo anno di vita di un bambino una cifra tra i 6 e il 13 mila euro. Vi dico già che noi siamo sotto la metà della cifra minima... pur avendo fatto anche qualche "spesa folle"

Forse anche perché Valerio gioca più con oggetti di uso quotidiano che con giocattoli comprati, anzi spesso quando si compra qualcosa per lui si rimane sconcertati dal fatto che gradisce più la scatola del contenuto (e anche chi ha un gatto in casa può capire bene...)

Per il compleanno, tra gli altri, ha ricevuto due maracas e dei pezzetti di legno, come si vede da questa foto.


Le maracas hanno una doppia funzione: quella (banale) di oggetti che suonano se mossi, e quella di oggetti che passano nei tubi. Ma non in tutti. Uno dei passatempi di Valerio è infatti scoprire cosa passa nel tubo del maxirotolo carta cucina e cosa nel tubo della carta igienica. A volte si scopre anche che - meraviglia delle meraviglie - il tubo della carta igienica passa nel tubo della carta cucina!


Un altro lavoro molto impegnativo è quello di infilare gli stuzzicadenti nei buchi dello scolapasta. Un'alternativa, più difficile, sono gli spaghetti. Ma presto finiscono in pancia (da crudi!) e allora si torna ai vecchi sani e... appuntiti... stuzzicadenti.


Per una variante di questo gioco serve un cartellina portadocumenti di cartone. L'ho tagliata per... sorpresa... (!) e ho tenuto il bordo con gli anellini. Infilare l'elastico è molto difficile, meglio ricorrere ai nostri amici stuzzicadenti.


Infine, sperando che l'estate arrivi presto, sono divertentissimi gli esperimenti acquatici. Nella foto qui sopra Valerio cerca di capire cosa galleggia (il tappo di sughero e la vaschetta bianca) e cosa va a fondo (il tronchetto sulla sinistra). Notare la "camicia di forza" indispensabile per ridurre al minimo i danni...

Insomma, un'intera giornata di gioco (e di scoperte importanti!) a costo pressoché zero. Valerio deve capire fin da piccolo che ha una mamma ligure!