lunedì 22 ottobre 2012

Siamo diventati un fumetto!

Avete visto la nuova grafica del blog e della pagina facebook? A me piace molto, perché in questa immagine ci siamo tutti: io e il babbo, i cani, e ovviamente - protagonista indiscusso - un Valerio gattonante. E siamo bellissimi!

L'immagine è stata realizzata da una ragazza di Forlì, Emanuela Pedri, che nelle sue opere coniuga la passione per il ritratto con quella per i Manga. Da qui l'ideazione una tecnica fumettistica tutta particolare: gli occhi sono sempre chiusi, la bocca sorride, il naso è sostituito da tre linee orizzontali e tre oblique.
Emanuela ha chiamato questo stile "LOCH", ma vi rimando al suo sito per scoprire il motivo del nome e per vedere le sue realizzazioni: http://www.lochyourface.it
Immagini del proprio volto in stile LOCH possono essere usate per realizzazioni originali come inviti, magliette e felpe, biglietti d'auguri, partecipazioni a battesimi, prime comunioni, matrimoni, tazze, cuscini... e spazio alla fantasia!

Chissà se Claus, arrivato alla veneranda età di 17 anni dopo una vita passata in canile, o Nina, maltrattata da un cacciatore senza scrupoli, avrebbero mai immaginato di diventare un fumetto? (Valerio è già più probabile: nei momenti di distruzione assomiglia pericolosamente a Hulk!)

martedì 16 ottobre 2012

Concorso letterario: via al televoto!

Parte oggi la terza fase del concorso, riservata ai follower del blog: i tre racconti finalisti si sfidano fino al 31 ottobre.
Votate nei commenti scrivendo il numero del racconto prescelto. E' valido solo un voto a persona e non sono validi commenti anonimi.
Nell'augurare buona fortuna a tutte e tre le scrittrici, vorrei ringraziare tutti i partecipanti, anche a nome di Valerio che ora ha a disposizione tanti bellissimi racconti! Grazie Livia, Lucia e Sabrina!

RACCONTO N°1

Titolo: “La paperella delfinata
C’era una volta una piccola paperella, senza ali non poteva volare, e senza zampe non poteva nuotare!
La piccola paperella ogni giorno pensava: “non è giusto, le altre paperelle possono svolazzare in cielo e sguazzare nell’acqua…io invece non posso!!!”
Un giorno, stufa della sua condizione, espresse il suo desiderio ad alta voce: “C’E’ QUALCUNO CHE MI POSSA AIUTARE??? NON VOGLIO RIMANERE COSI’, VORREI POTER NUOTARE!!!”
Il suo canto arrivò alle orecchie vicine…solo un bambino riuscì a non udire quelle parole, perché stava dormendo!! Si chiamava Valerio.
Giorni dopo, la mamma di Valerio ricevette un libro per il piccolo, ed iniziò a mostrargli le immagini. Valerio, che non sapeva ancora parlare, se ne disinteressò e prese delle matite colorate, per pasticciare le pareti di casa.
Durante la notte, una voce giunse in sogno a Valerio: “mangia la fragola, mangia la fragola…solo così potrò trasformarmi!”
Il giorno seguente, Valerio, prese il nuovo libretto e sfogliandolo, vide la paperella e le matite colorate…poi: la fragola!!! Senza esitare la mangiò! (Azione simulata e stimolata da parte dei genitori con il gesto del prendere la fragola, fingere di mangiarla, dicendo “Gnam gnam!”)
Subito dopo si alzò un grande vento che fece muovere la girandola, e Valerio potè udire ancora le parole della paperella. “Prendi la mela, sotto l’albero e falla mangiare al papà, solo così potrò trasformarmi!!!” (Altra azione simulata da parte del babbo!!!)
Nella notte, fra luna e stelle, la paperella si trasformò e per ringraziare Valerio e mostrargli la magia, al mattino cantò ancora: “Prendi i sandaletti, e fatti portare in spiaggia, solo così vedrai come sono diventata!”
Valerio, prese i sandaletti colorati, e fece capire ai genitori che avrebbe voluto uscire.
Non sapendo dove portarlo, i due, optarono per la spiaggia…fu lì, che insieme al piccolo poterono vedere un delfino…era piccolo e azzurro, felice, sguazzava fra le onde..e fra un’ondata e l’altra, sembrava dicesse: “Grazie Valerio!!!”


RACCONTO N°2

Betta Paperetta viveva tutta sola in una grande piscina. Un giorno, mentre faceva la sua solita vasca, vide sul bordo della piscina 3 matite colorate una verde, una gialla ed una blu.
Incuriosita, prese la matita blu con il becco. Appena la matita si sentì scuotere, si animò, era una matita magica! Si stirò e disse: "Ciao mi chiamo Rosita!
"Ciao!" Rispose Betta.
"Puoi svegliare anche Petita e
Bonita? Sarebbero sicuramente felici di sgranchirsi!"
"Volentieri" disse Betta e con molta delicatezza ne prese una per una e le svegliò.
Petita e Bonita salutarono e ringraziarono Betta, erano stufe di dormire e volevano giocare.
Le 3 matitine si misero una vicino all'altra e chiesero a Betta se volesse giocare con loro.
"Certamente, a cosa giochiamo?" Chiese Betta
"Facciamo il gioco indovina il disegno!"
Rosita cominciò per prima, tracciò alcuni segni e via via il disegno prese forma.
La cosa stupefacente e che nonostante Rosita fosse blu, riusciva a tracciare linee di qualsiasi colore lei volesse e così anche Petita e Bonita.
Il pavimento della piscina si riempì di vari disegni Rosita disegnò una fragola, ed una girandola
Poi fu il turno di Pepita che disegnò un albero e la luna con le stelle.
Infine Bonita disegno dei sandali e un delfino.
Betta paperetta riuscì sempre o quasi ad indovinare, talvolta grazie a qualche aiutino delle matitine.
Alla vista del disegno del delfino Betta sospirò e disse: "quanto mi piacerebbe avere un amico qui con me in piscina! Sarebbe bellissimo!
E così a Rosita venne un'idea, chiamò vicino a se le tre matite, insieme ripassarono il disegno e magicamente apparve un delfino nella piscina accanto a Betta.
"Ciao! Io sono Gino!" disse il Delfino
Ciao Gino io sono Betta disse le paperetta.
Ed insieme andarono a fare una bella nuotata, non prima di aver salutato le amiche matitine!


RACCONTO N°3
Titolo: Esprimi un Desiderio
C’era una volta nel Giardino di Tuttoèbello, una Paperella che aveva la particolarità di non avere le zampette ma al loro posto una ciambella da salvagente, per cui tutti la chiamavano Paperella Salvagente. Era carina e pacifica e gentile, e aveva sempre un sorriso per tutti, ma si annoiava un pochino perché stava sempre in piscina a galleggiare, mentre gli altri pote

vano andare a giocare dove più gli piaceva.
Un giorno le Tre Sorelle Matite Colorate, la Sorella Verde, quella Gialla e quella Blu, si accorsero che la Paperella da lontano piangeva. Si avvicinarono e le chiesero: “Cara Paperella Salvagente, come mai piangi?” e la Paperella rispose: “Piango perché sono qui tutta sola e nessuno viene a giocare con me”.
Le Sorelle Matite Colorate si guardarono e decisero che sarebbe stato divertente giocare tutte insieme, e così si fermarono al bordo della piscina per trascorrere con la Paperella il pomeriggio. Come fu felice la Paperella! Per ringraziarle offrì loro delle dolcissime Fragole e le mangiarono tutte insieme ridendo allegramente.
Mentre gustavano le succose fragole, la Sorella Matita Rossa vide da lontano una bellissima Girandola che faceva di tutto per farsi notare: aveva bellissimi colori e anche lei (si vedeva fin da lontano!) non amava troppo stare sola, perciò girava e girava per far vedere quanto fosse bella, nella speranza che qualcuno la notasse. La Paperella disse: “Bè, voi tre Sorelle Matite Colorate poteste andare a chiedere alla Signorina Girandola se vuole unirsi a noi, potremmo giocare tutte insieme cosa ne dite?”, le Sorelle si dissero d’accordo e così andarono dalla Girandola, la quale fu ben felice di unirsi all’allegra compagnia e non stare più sola.
Ne venne fuori veramente una bellissima compagnia e risero e scherzano in piscina per tutto il pomeriggio, finchè iniziò a tramontare il sole e il magnifico Albero di Mele cominciò a fare un poco di ombra. Il Signor Albero era un tipo molto generoso, e pensò che dopo tutto quel giocare le simpatiche signorine Paperella, Matite Colorate e Girandola, dovevano avere un pochino di fame, fece così cadere accanto a sé una coloratissima Mela Rossa e glie la offrì. Tutte ringraziarono il Signor Albero per la mela e per la generosa ombra che offriva loro, divisero la mela in parti uguali e si sedettero tranquille all’ombra di Signor Albero, attendendo il tramonto del sole che presto venne e lasciò il posto alla splendida Signora Luna che si presentò per l’occasione con tre sue amiche Stelle, brillanti più che mai e nel guardarle non si poteva che esclamare un “Ohhhh!!!” tanto erano belle tutte insieme.
Paperella volle esprimere un desiderio perché si sa, le Stelle a volte ne esaudiscono almeno uno, e desiderò con tutte le sue forze di avere un paio di coloratissimi e comodissimi Sandali, casomai le fossero spuntate le zampe non poteva mica andare in giro scalza!! Ed ecco che quando aprì gli occhi i Sandali che aveva chiesto erano lì davanti a lei! Che meraviglia, tutti furono felici per il desiderio esaudito e si complimentarono con Paperella.
Ed ecco che l’acqua della piscina si increspò e fece capolino il Mago Delfino, che nello stupore generale prese la parola e disse: “Cara Paperella, poiché sei sempre stata così buona e generosa, io il Mago Delfino ti farò spuntare le zampette, così potrai andare a giocare ove vorrai con i tuoi nuovi amici”, e ZAC!! Sparì così com’era venuto.
Paperella si guardò e vide che finalmente aveva le zampe! Guardò la Luna e le Stelle, calzò i Sandali, ringraziò il Sig. Albero per la Mela, e si allontanò felice insieme ai suoi nuovi compagni di giochi, le Sorelle Matite Colorate e la Signorina Girandola.
E questo è ciò che accade nel Giardino di Tuttoèbello, dove regnano sempre l’amore e la felicità.

lunedì 15 ottobre 2012

Viaggiare con un neonato: Madrid

Siamo andati a Madrid lo scorso fine settimana, a trovare la zia e a festeggiare in anticipo il mio compleanno. E' stata la prima esperienza di viaggio "vero" per Valerio, che si è mostrato molto curioso di conoscere il mondo.

Il volo aereo
Il nostro Ryanair Pisa-Madrid ha orari perfettamente compatibili con un bimbo. Partenza in tarda mattinata, ma abbastanza presto per continuare il sonno nel seggiolino dell'auto e non disperarsi. In effetti l'auto è il mezzo di trasporto più odiato da Valerio.
Il passeggino si può portare, fino all'imbarco, ed è compreso nei 20 euro in più per il neonato (che non paga il biglietto fino ai 2 anni e deve stare seduto in braccio ad uno dei genitori). Il neonato non ha diritto ad un bagaglio a mano, ma il passeggino può essere riempito all'inverosimile, purché resti chiuso. Noi siamo riusciti a stivarci dentro 6 pannolini lavabili più una borsa con tutto il necessario per i cambi e la pappa. Al check in mi rendo conto che, peggio che in treno, non sarebbe possibile viaggiare da sola con un neonato. Devo infilare nel "tunnel" del controllo il mio bagaglio a mano, il contenuto della tasca, il passeggino... e il bambino dove lo metto?
Al gate un gentile assistente di volo a terra ci fa mettere in coda prioritaria, spiegandoci che non sarebbe la politica della Ryanair, ma loro preferiscono così perché con il passeggino è più comodo. In effetti se i genitori trovano due posti lontani e uno solo può gestire il neonato durante il volo, i disagi si ripercuotono anche sugli altri passeggeri.
Prima del decollo, Valerio comincia a poppare e si sveglia che siamo già quasi nel cielo di Madrid. E' andata.
Nella foto il volo di ritorno (si vede dalle mie occhiaie!) andato più o meno come l'andata: Valerio comincia a poppare appena seduti e si addormenta prima del decollo. Insomma, un successo.
Dall'aereoporto di Pisa a Firenze si può prendere il bus Terravision, che nel nostro caso ha aspettato il ritardo dell'aereo. I neonati non pagano e non è necessario un seggiolino da auto, ma i bimbi possono stare in braccio. Il biglietto si può prendere nell'aereoporto di partenza o sull'aereo e costa meno del treno.

Trasporti Madrileni
L'aeroporto di Madrid è ben collegato con la città attraverso una linea metropolitana. Ogni piano è facilmente raggiungibile con gli ascensori, che segnalano la priorità per i viaggiatori disabili, anziani, donne incinte e genitori con bambino. A volte è più problematico passare con il passeggino da alcuni ingressi della metropolitana, con le sbarre che ruotano: volendo c'è un accesso laterale, ma per aprirlo bisogna chiamare l'assistenza. Noi abbiamo trovato più facile sollevare il passeggino sopra le sbarre, entrando uno alla volta.
Sui bus può starci un solo passeggino aperto. Noi - per fortuna, eravamo con la zia che parla spagnolo perfettamente, ma abbiamo rischiato ugualmente la figuraccia. Salendo avevamo Valerio in braccio. Prendiamo posto, col passeggino aperto, e dopo poco l'autista ci apostrofa:
"Il bambino lo mettete sul passeggino?"
Zia: "E' obbligatorio?"
L'autista bofonchia qualcosa di incomprensibile. Io mi affretto a mettere Valerio sul passeggino. Intanto gli altri viaggiatori ci guardano malissimo e cominciano a borbottare.
L'autista si rivolge ad una signora che stava salendo con due bambini, di cui uno sul passeggino, le borbotta qualcos'altro di incomprensibile e lei dice che allora aspetterà il prossimo autobus.
Noi ci guardiamo stupiti.
Zia: "Scusate, non abbiamo capito, siamo stranieri, qual è il problema?"
Autista: "Sul bus non ci possono stare due passeggini aperti, quindi o chiudete il vostro, o la signora deve chiudere il suo, ma con due bambini lei non può farlo"
Ahhhhh! E noi che avevamo capito il contrario! Con grande gioia di Valerio, che preferisce stare in braccio, chiudiamo il passeggino e facciamo salire la signora e i due bambini.

Dove andare
La zia ci ha trovato un appartamento proprio nel centro di Madrid, accanto alla Gran Via. E' stata una grande idea perché ci ha permesso di tornare più volte a casa durante il corso delle giornate. In questo modo Valerio, iper stimolato da mille cose nuove, ha potuto riposarsi e farsi delle grandi dormite pomeridiane.
A Madrid ci sono alcuni parchi in cui passeggiare o passare una mezza giornata. Una mattina siamo andati al Templo de Debod, che è un edificio egizio risalente al secondo secolo a.C, smontato pietra per pietra e ricostruito fedele all'originale. Il tempio è visitabile anche all'interno, ma noi c'eravamo già andati precedentemente e ci torneremo con Valerio più grande. Tutto intorno c'è un parco, che è considerato dagli abitanti della città un posto molto spirituale. Si possono trovare ragazzi che praticano tai chi chuan all'aperto, e dietro ad un cespuglio scoprire tre signore che stanno praticando una specie di yoga a contatto con un albero.

Un altro posto carino sono i giardini di palazzo reale. Qui i bambini più grandicelli si divertono nei labirinti di siepi, mentre i più piccoli vengono tranquillamente allattati davanti a tutti perché, come dice la zia, "Non siamo nella bigotta Italia!". Noi ci siamo stati il sabato pomeriggio e abbiamo giocato a contare le coppie di sposi che vengono qui a fare le foto. Io sono arrivata a 6 in mezz'ora. Valerio invece è rimasto incantato da un giovane vestito da metallaro che avrei visto bene con una chitarra elettrica ad urlare cose incomprensibili in un microfono e invece suonava delicatamente l'arpa. Splendido!

La domenica invece siamo andati al Parco del Retiro. Lungo la strada siamo stati accolti da una quantità incredibile di biciclette: tutte le strade del centro erano bloccate per la giornata delle due ruote. Persone di tutte le età su mezzi a pedali di ogni genere hanno sfilato per ore davanti ai nostri occhi. C'erano quelli sportivi, i bambini spinti dai genitori, i genitori che inseguivano i bambini, i ragazzi sul tandem o su biciclette con tre ruote. Insomma, una bella moltitudine colorata. Faceva una bella impressione vedere i viali laterali totalmente vuoti dalle auto.
Il Buen Retiro è un parco molto grande, dove a detta di un'amica della zia in alcune ore si possono trovare anche gli scoiattoli. Probabilmente alle 6 del mattino e non la domenica a pranzo. Comunque qui è il posto ideale per zampettare sull'erba, se si hanno sette mesi e si comincia a gattonare.

Domenica sera infine siamo stati ad Atocha, che è una stazione della metropolitana dentro cui c'è una jungla tropicale. Hanno piantato palme e banani e c'è un clima caldo umido tenuto appositamente per far crescere le piante.
L'ambiente è molto suggestivo, ma probabilmente è meglio visitarlo nei mesi invernali. Il laghetto intorno alle piante pullula di tartarughe di ogni dimensione.
La zia ci ha spiegato che sono tante non perché si riproducono qui, ma perché qui le porta chiunque voglia sbarazzarsi della propria piccola tartarughina comprata in una vaschetta quando era poco più grande di un'unghia e ora comincia a dare fastidio. Fa impressione vedere tutti questi animali insieme. E anche un po' tristezza pensare che passeranno la loro vita stipate in una pozza d'acqua, come se noi fossimo perennemente su un autobus. Forse meglio qui che in una vaschetta, ma di sicuro era meglio pensarci prima di comprarle.

Pannolini
Viaggiare in aereo, con solo il bagaglio a mano, portandosi dietro i pannolini lavabili per 4 giorni era impossibile. Fare EC in vacanza è ancora prematuro. Ci siamo rassegnati a portare solo 7 pannolini lavabili (per il viaggio e per la notte) e a comprare un pacco di usa e getta a Madrid. Dopo aver letto che i pannolini spagnoli sono peggiori di quelli italiani (di cui, d'altra parte, non abbiamo molta esperienza) ci siamo fatti consigliare dalle amiche della zia e abbiamo scelto i Dodot. Peccato che in Spagna i bimbi devono essere più cagoni che qui (o le dispense sono più grosse), abbiamo trovato solo pacchi da 70 pannolini. Risultato: ne abbiamo usati meno di 1/4, e poi li abbiamo compressi nel passeggino per riportarli in Italia. Anche perché grazie al clima secco madrileno, i pannolini lavati un giorno erano già asciutti il giorno successivo, così abbiamo usato i lavabili più del previsto. Ora un'enorme confezione di pannolini 9-15 kg ci guarda dall'armadietto del bagno. Dato che si spera che Valerio non arrivi a 15 kg entro breve, forse in un paio d'anni riusciremo ad esaurirla.

Gli orari dei pasti
A Madrid, come credo in tutta la Spagna, gli orari dei pasti sono slittati di un paio d'ore rispetto alle nostre abitudini. I ristoranti aprono alle 13.30. Abbiamo provato ad invitare a pranzo un'amica della zia per quell'ora e ci ha detto che lei prima delle 14.30 proprio non ce la fa a mangiare. Alla sera chi mangia presto comincia alle 21. Anche noi ci siamo adeguati a questa usanza, complice il fatto che Valerio non ha troppe necessità: quando ha fame, qualunque ora sia, sa che il suo latte caldo è sempre a disposizione. Per i bambini un po' più grandi però conviene portarsi dietro qualche snack per placare la fame.

Dove mangiare
C'è solo l'imbarazzo della scelta!
Ne consiglio due, che sono poi quelli in cui abbiamo pranzato, e sono entrambi in centro a due passi dalla Gran Via.
Loving Hut, in Calle de Los Reyes 11. A pranzo abbiamo mangiato con 13,5 euro (acqua compresa) un antipasto/zuppa, un piatto unico e un dolce. Tutto molto buono. Le zuppe erano una con fagioli e seitan, l'altra con alghe, tofu e zucchine. I piatti unici erano invece tutti con riso e poi seitan al curry, uno tradizionale spagnolo e l'altro iraniano. Il mio dolce al dattero era da leccarsi i baffi. Porzioni abbondanti. Hanno anche un seggiolino a disposizione per i bimbi. L'orario di apertura è un po' ostico per chi è abituato agli orari italiani: a pranzo si apre alle 13.30. Noi siamo arrivati alle 14.30 ed era praticamente vuoto. Si è riempito alle 15.
B13 in Calle de la Ballesta 13. E' un bar vegano, con menu nei giorni feriali. Noi abbiamo mangiato per 8 euro a testa (eravamo in 4 e abbiamo diviso varie portate): 1/2 porzione di tortilla, 1/2 kebab, 1/4 di sandwitch, 1/4 di hamburger di soia, 1/4 di hamburger di verdure e 1/2 porzione di torta alla panna veg (enorme e ottima) più acqua, birra e succo d'uva a scelta, lasciando anche 2 euro di mancia. Siamo usciti barcollando per il troppo cibo, tutto ottimo. Nella foto qui sopra, il Babbo e la zia divorano un kebab veg.
Al prossimo viaggio!





martedì 9 ottobre 2012

Sette mesi di facce allibite

La faccia allibita è la mia. Quando non so rispondere. Perché a volte capita di non poter rispondere quello che voglio (vedi Dire, fare, baciare...) , ma ultimamente mi capita più spesso di rimanere ammutolita.

Le dimensioni del bambino
tizia: "Quanto è piccolo! Quanto ha?"
io: "Sette mesi"
tizia: "Quanto è grande!"
o_O

Dare del lei
commessa: "Ciao! Dimmi pure!"
io (avvicinandomi al bancone e rivelando quindi il passeggino): "Cercavo della biancheria intima per bambini piccoli"
commessa: "No, SIGNORA, non ne abbiamo. Buongiorno..."
o_O

Anche i maschi
tizia: "Che carino! E' maschio, vero?"
io: "Sì, maschio"
tizia: "Eh, sì, ormai anche i maschi sono carini..."
o_O

Tutto sua madre
Premessa: la vicina di casa per due mesi dalla nascita di Valerio aveva pontificato su quanto il bimbo assomigliasse tanto al babbo e poco a me. Anzi, nulla a me, tranne che per il naso.
vicina di casa: "Eh, sì, questo bimbo è proprio uguale a lei!"
io: "A me?"
vicina: "Sì, tranne che per il naso. Il naso è quello di suo marito!"
o_O

Tonni addestrati
(Questa non c'entra col bimbo, ma è di ieri sera, fresca fresca)
In pizzeria, per festeggiare il mio compleanno
io: "Si può avere una pizza senza formaggio?"
cameriera: "Sei allergica?"
io: "No, è per motivi etici"
cameriera: "Ah, vegana!"
io: "Sì" (fiuu... ha capito)
cameriera: "Ci sono quelle nella pagina 'pizze rosse'"
io: "Ma hanno tutte prosciutto o comunque carne"
cameriera: "Ah, già. Allora devi andare su una classica tonno e cipolle"
io: "Ma il tonno è un animale!" (no, non ha capito una cippa!)
cameriera: "Ma non è un animale addestrato!"
o_O




lunedì 1 ottobre 2012

Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte

Questa è la Settimana dell'Allattamento Materno (SAM) promossa dalla WABA, World Alliance for Breastfeeding Action e in Italia dal Mami, Movimento Allattamento Materno Italiano.

Durante tutta la settimana saranno molte le iniziative organizzate in tutta Europa per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema così importante.

Valerio, anche grazie al supporto dell'ospedale in cui è nato ("amico del bambino" e per questo a sostegno dell'allattamento al seno), dell'ostetrica che ci ha seguiti e soprattutto dell'appoggio incondizionato del Babbo, sta per entrare nella seconda metà dell'ottavo mese di allattamento al seno. Tutt'ora, nonostante ormai mangi anche cibo "adulto", la sua pappa preferita continua ad essere il latte.

"Hai fame? Vuoi la pappa? O la "Pappa Vera"?" Gli chiedo ogni tanto, quando piagnucola. A volte, con la delicatezza che lo contraddistingue, risponde tirandomi manate sul seno e allora la risposta è chiara: vuole la "Pappa Vera"!

Insomma, il nostro allattamento continua a gonfie vele e questo mi fa felice. Ma non voglio correre l'errore di dimenticare i primi tempi, la fatica, il dolore.
In gravidanza avevo letto tanti articoli sull'allattamento materno e avevo capito l'importanza per la salute del bambino, della mamma e... del portafogli... Sarà che quest'ultimo aspetto era andato a toccare le mie corde più profonde (l'origine ligure non si dimentica!) ma ne ero proprio convinta! E menomale. Altrimenti avrei rischiato di rinunciare.
Sì, perché chi parla dell'allattamento al seno spesso utilizza toni idilliaci e ovattati quasi da romanzo rosa. Gli occhi del bimbo adorante verso la mamma. Gli occhi della mamma colmi d'amore verso il bimbo. Il legame speciale che si instaura tra i due.
Tutto vero.

Ma vogliamo parlare anche dei primi momenti?
Appena nato, il piccolo messo sulla pancia della mamma si dirige automaticamente verso il seno e dopo poco comincia a poppare. Se non sbaglia mira. Se fa come Valerio, per 10 minuti poppa il SOTTO della tetta, facendo un livido che verrà ricordato nei giorni a venire.

Poi, dopo tutto 'sto trambusto della nascita, la mamma e il bimbo possono dormire? No! Ogni 2/3 ore il piccolo va attaccato al seno per stimolare la produzione del latte. E lo deve fare una mamma che avrebbe voglia di prendere un'anestetico, sprofondare nel sonno e risvegliarsi dopo tre giorni, invece passa la notte a lottare contro il male dei punti, alzandosi e tirando su il fagottino semi addormentato, e che faccia il suo dovere! (Successivamente si troveranno anche posizioni più comode, ma all'inizio sembra obbligatorio per la neomamma dover stare tutta storta)

Dopo un paio di giorni arriva la montata lattea e la mamma che ha sempre avuto una seconda di reggiseno (scarsa) si trova con due bocce dure e febbricitanti. E se prima aveva sperato di ricominciare finalmente a dormire a pancia in giù, dopo sei mesi di tortura con la pancia che cresce, ora vede sfumare d'improvviso ogni sua illusione.

I primi giorni la mamma convalescente rischia di non avere forze se non per spostarsi dal letto al divano, dal divano al bagno, dal bagno al letto. Non può fare niente se non allattare. E allora ripensa a quelle immagini idilliache, agli sguardi, a... ai suoi capelli sporchi, alla pancia raggrinzita, al male che sente ovunque e si sente una mucca da allevamento intensivo. Una macchina per produrre latte. Giorno e notte, mattina e sera. Un biberon. Un ciuccio.

Per non parlare del male ai capezzoli, sempre che non vengano ragadi perché allora è dolore puro...

Poi passa, ve l'assicuro. E gli sguardi d'intesa e colmi d'amore ci sono per davvero.
Ma alle future mamme preferisco sempre raccontare anche la verità sui primi giorni, sugli ostacoli che dovranno affrontare e sui momenti di sconforto che si troveranno ad affrontare. Perché una neomamma che ha solo sentito dire quanto è bello, appagante e piacevole allattare, rischia di trovarsi spiazzata di fronte alle difficoltà dei primi giorni. E magari abbandonare, rinunciando così a momenti che - dopo qualche tempo - sono davvero indimenticabili.

Anche questo, a modo mio, è promozione dell'allattamento materno, no?