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mercoledì 10 settembre 2014

Orme per casa

Non vi parlerò di Irene perché non c'è molto da dire, mangia, dorme (dorme!!!) e poco altro...

Non vi parlerò nemmeno dell'ultimo mese di Valerio, ci sarebbe troppo da dire (non mangia, non dorme e fa molto altro...)

Vi propongo invece un'attività che abbiamo realizzato proprio oggi.
Premessa. Stiamo cercando di far passare il messaggio che in casa si sta senza scarpe. Con ovvie eccezioni (ospiti, feste etc), ma nella vita di tutti i giorni si entra e ci si tolgono le scarpe. Io lo faccio. Il Babbo lo fa. Con Valerio è una lotta continua.
Questa mattina mi s'è accesa una lampadina, e ho posizionato in terra alcuni fogli a formare un percorso.

Poi abbiamo preparato insieme due ciotoline con le tempere. Una rossa ed una verde.
Valerio ha poi camminato (per due volte) sui fogli con la sola scarpa sinistra, immergendola nella vernice rossa, mentre il piede destro, nudo, era stato intinto nel verde.


Abbiamo poi tagliato le orme. ehm... abbiamo... diciamo che lui ha rovinat... ehm... tagliato quelle che erano venute male...


Questo è il risultato. Le impronte delle mani non c'entrano niente ma erano carine.
Infine Valerio ha portato le orme del piede nudo in tutte le scarpe in cui si può entrare solo a piedi nudi o con le ciabatte e le abbiamo attaccate agli stipiti delle porte.
Abbiamo invece sparpagliato le orme delle scarpe nell'ingresso. Resteranno lì fino a stasera e poi le attaccheremo sui cestino porta-scarpe.


Non so se questo lavoro servirà a qualcosa, però... ci siamo divertiti!

mercoledì 23 luglio 2014

Storie di ruspe

"C'era una volta una ruspetta che scavava una buca.
Scava scava, ci cade dentro.
L'amico camion suona il clacson.
La gru sente che qualcuno suona il clacson e va a vedere.
La gru vede che la ruspetta è caduta dentro la buca e la tira su.
Fuori ci sono il babbo ruspa e la mamma ruspa."

Questa storia - al netto di parole inventate o incomprensibili e ripetizioni a loop infinito - l'ha inventata Valerio, che ultimamente chiede di ascoltare storie di ruspe, gru e schiacciasassi... mettendoci in difficoltà.


Quella che segue invece l'abbiamo inventata insieme. In grassetto le sue parti.

C'era una volta una... ruspa! Che... raccoglieva sassi per... costruire una casa. Un giorno la sua amica gru le disse... "Abbiamo finito la casa!".
La ruspa rispose: "Ora possiamo... andare in vacanza!"
"Dove andiamo?" Chiese la gru.
"A Firenze" disse la ruspa "A vedere dei monumenti che sono stati costruiti senza gru e ruspe"
"Ohhhhhh!" disse la gru.
E poi... partono!

Per favore... se qualcuno ha storie di ruspe me le scriva. La nostra fantasia e la nostra competenza in macchine e attrezzature per la costruzione si stanno esaurendo...

mercoledì 2 luglio 2014

Giocare a due anni nelle lunghe giornate estive

Dopo la versione invernale di questo post (Giocare a due anni nelle lunghe giornate invernali) non poteva mancare anche quella estiva.



Il problema è l'opposto: in inverno le uscite vanno limitate per il troppo freddo, d'estate per il troppo caldo (almeno qui a Firenze...)

Devo dire che però, per ora, di solito riusciamo ad uscire per una passeggiata o per un salto ai giardini almeno qualche ora al mattino e poi a volte di nuovo al pomeriggio.

Restano le ore centrali della giornata, quelle in cui anche i cani si godono il dolce far niente e ci regalano pose da denuncia alle associazioni animaliste, come quella qui accanto in cui Pollino fa il finto morto.

Nelle altre ore della giornata, quando stiamo in casa, i giochi riflettono molto il periodo che sta attraversando Valerio (2 anni e 4 mesi), con la sua passione per ruspe, gru e motori.

Basta dargli un mezzo meccanico (giocattolo) e una distesa di sabbia, pietre o (in mancanza d'altro) anche foglie e il gioco è assicurato.


Valerio ha riportato dal garage un carrellino primi passi che usava più di un anno fa. Ora è diventato un tagliaerba che viene portato avanti e indietro per la terrazza.
L'uso è questo: Valerio tira tre o quattro volte un ipotetico filo, urla "funzionaaaa", fa qualche passo e dopo poco si ferma per rifare benzina. Spesso il "motore" è rotto, quindi bisogna ripararlo, anche con l'aiuto del Babbo.
Qualche volta, suscitando la mia ilarità, ha anche preso un finto cellulare e chiamato il tecnico, per farsi aiutare nelle riparazioni.
La cosa bella è che questo gioco è nato totalmente dalla sua fantasia e... dall'osservazione di cosa fa il Babbo con il tagliaerba vero... il che, devo ammettere, non è molto rassicurante!


La passione per i motori (a due anni e mezzo?!?) fa sì che Valerio voglia guidare. Abbiamo provato a spiegargli che bisogna almeno arrivare ai pedali e che sarebbe opportuno prendere prima la patente... ma lui è inflessibile.
Ovviamente, quando guida lui, l'auto è parcheggiata e la chiave non è inserita nel cruscotto!


Un altro oggetto divertente è l'amaca. Noi ne abbiamo una a maglie larghe, in cui Valerio sta sdraiato (più che altro per una paura mia) e gioca a chiudersi dentro per poi riaprire urlando "cucùùù!". Una volta voleva così tanto montare l'amaca, mentre noi in casa stavamo facendo altro, che l'ha presa ed è andato da solo. Ovviamente senza riuscirci, ma l'effetto ottico della foto potrebbe ingannare.


Continuano i travasi con l'acqua. "Abbiamo" scoperto che si possono fare anche con il boccettino delle gocce. Però dopo un po' è più divertente allagare tutto...


A proposito di allagare, tra i giochi estivi vorrei annoverare anche il bagnetto. Basta un innaffiatoio, una tazzina e qualche contenitore di shampoo e le ore più calde della giornata trascorrono senza problemi. Solitamente per il bagnetto utilizziamo ancora la vaschetta in cui Valerio veniva lavato da piccolissimo: ci sta comodamente seduto, giochi compresi, e si riempie in un attimo. Nella foto qui sotto però insieme a Valerio c'è anche una sua amichetta e quindi abbiamo riempito la vasca. Non c'è stato poi bisogno di togliere il tappo: Valerio e l'amica l'hanno svuotata a modo loro, allagando il pavimento del bagno e mezza casa. Davanti ai loro gridolini divertiti, comunque, anche la (piccola) fatica di pulire è diventata più leggera. (E poi lo ammetto, il pavimento del bagno aveva proprio bisogno di essere lavato!)


martedì 18 febbraio 2014

Il mostro dei pigiami. Come mettere e togliere un pigiama durante i "Terrible Twos"

Abbiamo un problema. Da tempo Valerio non vuole togliersi il pigiama al mattino. Si è affezionato alla sua felpina, dite? Forse. O più semplicemente continuano i "terribili due", il periodo di voglia di indipendenza che molti bambini (tutti?) attraversano intorno ai due anni, di cui ho già parlato in un post di qualche settimana fa, suggerendo le strategie che utilizziamo per sopravvivere.

Il problema è che non vuole nemmeno togliersi i vestiti la sera. Insomma, ogni mattina e ogni sera è un continuo tira e molla, con tentativi di convincimento (lo ammetto, a volte anche un po' subdoli: "Allora lo mettiamo a Bibi. Gli sta? No, è troppo grande... allora lo metto io... non mi entra in testa! Come mai? Ma perché questo pigiama non è di Bibi! E nemmeno il mio! E' di... di..." "Vale" "Ecco! allora lo metto a te!") o giocando sulla distrazione ("Mentre leggiamo il libro della Pimpa... dammi un braccio...")

Qualche giorno fa ho letto un articolo del blog di EquAzioni su come evitare il lancio del pigiama. Il problema è diverso ma, mi sono detta, la soluzione potrebbe essere la stessa.

Così è nato il mostro dei pigiami.

Ispirata dalle immagini su Sewfearless e aiutata dal tutorial del gufo porta pigiami di Mami chisp&crafts, ho realizzato questo:


Il nostro mostro vive accanto al letto di Valerio. Di giorno dorme, quindi al mattino ha bisogno di mangiare un pigiamino per potersi mettere a letto. La sera, l'ingordo, vorrebbe mangiare ancora, ma bisogna impedirglielo altrimenti gli viene male al pancino. Quindi bisogna mettersi in fretta il pigiama per evitare che lui lo rubi.

Provo a raccontarvi come l'ho realizzato.
Il mostro è composto di tre pannelli, più un'imbottitura. Ho usato pile azzurro per il corpo e feltro di vari colori, in particolare il rosso per una bocca graaaande!

Questo è il primo pannello, composto da un rettangolo blu e dalla mandibola inferiore rossa. La bocca è un po' più piccola del corpo, bisogna lasciare circa mezzo cm, dato che poi questo verrà cucito con gli altri pannelli. Ho impuntato dritto contro dritto e poi cucito la parte alta del pile blu e della bocca rossa. Nella foto si vede quindi il retro delle stoffe. (Per fortuna nel mio caso sia pile che feltro sono uguali da entrambe le parti)


Ho poi realizzato altri due pannelli. A sinistra: la mandibola superiore del mostro e l'interno della tasca, a destra il muso e la schiena del mostro. Gli occhi e il naso possono essere cuciti a vista (come ho fatto io) oppure incollati successivamente


Infine, ultimo pezzo: le braccia del mostro (che non ha gambe), da ripiegare a metà dritto contro dritto, cucire e poi rivoltare:


Partiamo dal pannello davanti, con la parte inferiore della bocca. Una volta unite le due parti, ho rigirato il rosso sul blu e cucito a dritto, inserendo nella cucitura due denti (che rimangono cuciti solo nella parte in basso.


A questo punto la parte più difficile: capire come mettere i vari pannelli. Io, che non sono molto pratica, ho dovuto fare prima due prove unendoli con gli spilli e provando a rigirare... e meno male che ho fatto così perché la prima volta era sbagliato :-)

Nella foto qui sotto cerco di mostrare come li ho uniti.
Il primo è il pannello di mezzo, col dritto sotto;
poi l'imbottitura;
poi il pannello testa/schiena con il dritto in su;
poi il pannello davanti, con il dritto giù:


Tra il pannello testa/schiena e quello davanti, ho messo le braccia del mostro, che devono dare verso l'interno. Ho cucito i pannelli da metà in giù, cioè a partire dall'altezza del pannello davanti. Rigirando tutto dovrebbe venire qualcosa del genere: (e già si intravede la struttura finale!



A questo punto c'è un altro momento critico, perché bisogna rigirare nuovamente il tutto, ma facendo in modo di mandare all'interno il pannello davanti (che non ci interessa più) e ottenere dritto contro dritto il muso e la parte superiore della bocca. L'imbottitura è un terzo strato, sotto gli altri due. Nella foto qui sotto ho messo anche i denti, che però vanno inseriti all'interno, così come avevo fatto con le braccia: 


Questa è la foto corretta, con i denti all'interno: 



Cucire un po' più di metà, poi rivoltare e cucire con punto invisibile l'ultima parte (o cucire sul dritto, come ho fatto io.

Il mostro è fatto. Ora basta inventare una storia convincente... e il pigiamino finisce nella pancia del mostro!

martedì 11 febbraio 2014

Giocare a due anni nelle lunghe giornate invernali

Sempre di corsa, sto decisamente trascurando il blog. Con Valerio, che ormai ha quasi due anni, facciamo mille cose, tra andare in ludoteca, portare a spasso i cani, guardare la pioggia che da giorni cade e rende più difficile le uscite, inventare nuovi giochi. In piscina ci va con il Babbo, quasi sempre.

Qualche spunto fotografico per far passare queste lunghe giornate invernali, in cui ogni giorno bisogna inventarsi qualcosa da fare per non soccombere alla malinconia.

Giocare con le tempere.
In questo caso il colore è molto diluito, per stenderlo meglio sul cartone. Abbiamo usato il dentro dei rotoli della carta igienica e della carta casa, che avrebbero dovuto servire per il calendario dell'avvento (che poi è stato realizzato diversamente). Il cartone sottostante dovrebbe servire per proteggere il pavimento... e in effetti ha protetto dalla maggior parte delle pennellate... così come il super bavaglino "camicia di forza". Alla fine però una ripulita generale (del pavimento, dei vestiti, del bambino...) è necessaria. Da lì non si scappa!

Un'altra versione del gioco delle tempere ha previsto nel nostro caso una "tela" appesa ad una parete e una patata al posto del pennello. Ovviamente la parete (insieme al pavimento sottostante) è stata opportunamente ricoperta dai soliti cartoni salvavita.
La patata, tagliata a metà, è stata intagliata a formare una "V" come Valerio... e poi utilizzata in mille modi fuorché quello classico di timbrino.
Infatti le "V" che si vedono in foto... sono state timbrate da me e non dall'artista in erba.
A proposito di "erba", la mezza patata è stata poi riciclata per un esperimento botanico. Messa in una tazzina, nonostante gli avanzi di tempera rimasti sulla parte superiore, ha fatto tantissime radici e anche due piccoli "rametti". proprio in questi giorni stanno anche spuntando alcune foglie. Valerio è molto incuriosito e ogni sera chiede di andare a verificare la crescita della patata.
Non credo la pianteremo nella terra: vedremo come si evolve e monitoreremo ogni piccolo cambiamento. Probabilmente a breve dovremo cambiare contenitore!

Forbici
Chi l'ha detto che un bambino non può usare le forbici? Beh, io lo pensavo. Poi quell'incosciente del Babbo lo ha assecondato e gli ha messo in mano le forbici da cucina... il danno ormai era fatto. Valerio ora ha una passione sfrenata per le forbici e non si accontenta delle forbicine da bambino. L'importante è tenerlo d'occhio quando fa i suoi esperimenti: facendo un po' attenzione non è assolutamente pericoloso. Prima o poi cercheremo di convincerlo ad usare forbici più alla sua misura...

Travasi
Continuano i travasi. Avevamo già sperimentato la farina e in ludoteca vanno alla grande quelli con riso e lenticchie. A casa si utilizza un pacco di pasta comprata appositamente per questo scopo (non gli do certo la pasta di farro integrale super bio che costa un occhio della testa...) La foto è scattata all'inizio del gioco. Dopo pochi minuti, metà dei rigatoni gocciola bava e l'altra metà è mordicchiata. Per non parlare di quelli che finiscono in terra. Ma anche questo è divertente ed è un ottimo modo per sperimentare che la pasta non è buona da mangiare cruda (o sì?)

Giochi con l'acqua
I travasi più divertenti però sono quelli con l'acqua. A volte aggiungiamo una goccia di colorante alimentare per dare un tocco "chic"... o meglio per vedere più facilmente il liquido da travasare. Nella foto, il colore è stato ottenuto da un mix selvaggio di colorante blu e rosso. A volte nel gioco entra anche il povero Nemo, che viene travasato da un bicchiere all'altro. C'è da dire che Valerio deve aver preso la precisione nei travasi da qualche altro parente e non da me né dal Babbo, perché quando si impegna riesce a non versare nemmeno una goccia.

Quando si impegna, ho detto, vero? Perché quando si impegna diciamo... diversamente... riesce ad allagare il bagno in pochi secondi. Però è troppo divertente usare la spugna nel bidet. Soprattutto dopo aver rassicurato la mamma:
"Nooo f(u)ori!! Agua dent(r)ooo!" (Agua, e non acqua. Dice così da mesi, avendo imparato da un'amichetta argentina)
Certo, e io ci credo anche. Mi metto nell'ordine di idee che tanto il bagno aveva bisogno di una bella ripulita, così come la maglia, i pantaloni, le calze, le calzine antiscivolo...

Trucchi
Approfittando del carnevale, abbiamo acquistato un set di colori da viso. Prima il gioco era ugualmente divertente con la matita nera per gli occhi, con cui però non riuscivo a fare altro che un musino da topo, baffi compresi.
Valerio si diverte abbastanza a farsi truccare (per il momento solo da farfalla e da gatto... devo ingegnarmi e trovare altri trucchi facili facili) ma il divertimento maggiore è truccare la mamma! E poi, magari, obbligarla ad uscire così conciata. Qualche giorno fa mi sono presentata in ludoteca con una guancia rigata di rosso e di nero. Per fortuna le educatrici e gli altri genitori non mi hanno guardata troppo male. Evviva il carnevale!

Giocare con la colla
A Valerio piace tantissimo e abbiamo comprato una confezione di colla gigante (non quella che si vede in foto, che è da pivellini... ma è ancora da finire)
Il collage, su cartone, è stato realizzato incollando immagini ritagliate (dalla mamma) da un depliant pubblicitario.
Al termine della realizzazione il risultato lasciava un po' a desiderare perché sembrava un enorme impasto bianco. Quando la colla si è asciugata però tutto è tornato a risplendere. Ora dobbiamo solo trovare una giusta collocazione per questo capolavoro.

Cucinare
In particolare i dolci. A Natale abbiamo realizzato degli ottimi biscotti, che sono stati regalati a tutti i parenti, che li hanno graditi molto. Ultimamente il nostro piatto forte è la torta di mele. Una volta a settimana, circa, Valerio si sbizzarrisce nel preparare le sue merende preferite, sempre sotto la mia supervisione. Ma devo dire che sta diventando sempre più bravo. A parte le dosi casuali (ma perdonatelo: non sa ancora leggere i numeri sulla bilancia) si ricorda meglio di me gli ingredienti da aggiungere.
Volete le ricette?

Uscire, appena si può
L'ultimo "trucco" per sopravvivere alle grigie e cupe giornate invernali è di uscire di casa appena la pioggia lo consente, oppure armarsi di ombrello e stivaletti e uscire anche con la pioggia! (In questo caso però non porto la macchina fotografica, quindi non ho mai immortalato le attività sotto l'acqua).
Valerio adora mettere i piedi nelle pozzanghere, come credo tutti i bambini della sua età. A volte anche con le scarpe... aaahhh! Per fortuna il ricambio è sempre a portata di mano.
Qualche volta invece utilizza il suo carretto per andare a spasso. In questo caso ha deciso di riempirlo di foglie cadute dagli alberi. Ecco, diciamola tutta, ha riempito il carretto di foglie e fango insieme. Per fortuna che in questo caso aveva gli stivaletti!

Infine, appena la pioggia ci dà un po' di tregua, portiamo a spasso i cani. Già, perché c'è un nuovo arrivo! Oltre alla vecchia e ormai quasi santa Nina, da qualche giorno la nostra famiglia ospita un amico peloso. Si chiama Frollino, oppure Follino, oppure Pollino. Qualche volta viene soprannominato Frullino, specialmente quando abbaia al tritatutto. Incurante di questo trattamento irriguardoso, il giovane simil barboncino proveniente ovviamente da un canile si è ormai ambientato, non litiga più con Nina, che ormai l'ha accolto con rassegnazione e non fa (quasi) più pipì in casa. Non vediamo l'ora di giocare un po' più spesso all'aperto! (E finalmente abbiamo trovato un cane che gioca!!)


lunedì 13 gennaio 2014

Avevo un bambino tranquillo, oggi è un mostro. Considerazioni sui TT

Sono secoli che non scrivo. Intanto auguri a tutte/i per uno splendido 2014.

In questi giorni sto riflettendo spesso sui cosiddetti "terrible twos" quel periodo "terribile" che va dall'anno e mezzo fino ai tre anni circa, in cui i bambini dicono continuamente "no", si buttano a terra per non fare quello che diciamo loro, sono oppositivi in tutto etc etc. Chi ha o ha avuto figli in quell'età, sa di cosa sto parlando. Un preludio all'adolescenza. Anzi, c'è chi dice che l'adolescenza in realtà comincia a due anni.

Il giorno prima avevi davanti un angioletto che ti guardava adorante e ti tendeva la pargoletta mano per chiederti di aiutarlo a stare in piedi, il giorno dopo ti ritrovi una furia che ti urla in faccia "no!" anche se gli chiedi se vuole il gelato (salvo poi tendere nuovamente la pargoletta mano verso il gelato e urlare "mioooo!" finché non glielo consegni ugualmente ignorando il precedente rifiuto)

Da novembre, intorno ai 20 mesi di Valerio, ci siamo entrati in pieno anche noi. Pianti e urla perché non vuole uscire di casa. Pianti e urla perché non vuole rientrare a casa. Corsa ad ostacoli con scarpe in mano per cercare di infilarle ai piedi di un'anguilla che si dimena.

Sono passati due mesi e la fase critica mi sembra passata. Di già?
Sì. No. Forse.

Quello che è cambiato in famiglia è la mia (nostra, considerando anche il Babbo) percezione della situazione. Sono diventata molto più "zen". Il Babbo no, perché lo era già.

La pulce nell'orecchio me l'aveva messa Carlos Gonzales col libro "Besame Mucho". La mazzata finale me l'ha data Alfie Kohn con "Amarli senza se e senza ma". Due libri che reputo fondamentali. Gonzales è anche di facile lettura e credo pienamente condivisibile da chi segue l'alto contatto. Kohn è stato per me più ostico, perché è andato a scardinare tante delle mie convinzioni radicate negli anni.

Dopo questa lettura ho provato a cambiare prospettiva.

Valerio sta giocando coi Lego. Gli dico che dobbiamo uscire. Si mette ad urlare.
E' un capriccio. Lo sa benissimo che dobbiamo andare a fare la spesa, glie l'ho detto già a colazione e glie l'ho ripetuto 10 minuti fa.
E se qualcuno mi interrompesse ora, mentre sto scrivendo questo post? Penserei "Sì, lo so che dobbiamo uscire, tra l'altro per una cosa che interessa te e non me, ma ho avuto proprio ora l'ispirazione... lasciami finire e poi andiamo!"

Torniamo a casa dalla piscina. Al momento di entrare in casa, Valerio si butta a terra e poi corre verso il portone.
E' un capriccio. Ora dobbiamo entrare a casa e preparare il pranzo. Se aspettiamo troppo gli viene fame e farà un altro capriccio per mangiare subito quando il pranzo non è ancora pronto.
Provo ad immedesimarmi. "Mamma, è vero che in piscina mi sono divertito, ma eravamo al chiuso. Poi mi hai legato su quell'insopportabile seggiolino dell'auto e siamo tornati a casa. E' mezzogiorno e c'è un raggio di sole, perché dobbiamo chiuderci in casa? Facciamo prima un giretto? Quando mi viene fame, mi darai un pezzo di pane mentre prepari il pranzo: ti aiuto io a buttare la pasta."

Insomma, è una continua palestra di elasticità mentale.
Credo che nella fase dei "terribili due" semplicemente cambino le richieste del bambino e la cosa ci spiazza perché noi genitori non siamo pronti. Finché le richieste riguardavano i bisogni primari (mangiare, dormire, coccole) siamo sempre stati pronti a soddisfarle. Quando il bambino vuole invece rivendicare una propria autonomia decisionale, ecco i "si deve", "è così", "devi/dobbiamo fare".

Nella pratica, confesso che sia di una difficoltà estrema. Per me. Per il Babbo meno, perché lui è un santo. (Non è vero. Non è solo carattere. Semplicemente lui ha approfondito prima di me questi temi anche se li ha sempre applicati a ragazzi più grandi, nello scoutismo)

Ecco cosa faccio cerco di fare ora, a mente più aperta.
  • Dico le cose come stanno. "Non si batte il cucchiaino sul piatto" non è vero. E' invece vero che "a me da fastidio se batti il cucchiaino sul piatto, perché fa un rumore che mi fa venire mal di testa. Inoltre rischi di rompere il piatto, come questo che si è già un po' scheggiato."
  • Mi scuso se lo obbligo a seguire le mie priorità. "So che vorresti rimanere a giocare, mi dispiace farti uscire, ma purtroppo dobbiamo andare a fare la spesa ora perché in casa non c'è più nulla da mangiare e se tardiamo troppo poi torniamo tardi a casa."
  • Ho smesso di avere decisioni irrevocabili: posso tornare sui miei passi. Non ne va della mia credibilità, semmai insegno a mio figlio che si può dialogare e trovare un accordo che va bene per tutti.
  • Mi sono ficcata bene in testa che in casa non ci sono delle gerarchie. Io e il Babbo abbiamo più esperienza, è vero. Ma questo non vuol dire che possiamo "comandare" e che il bambino deve "obbedire". Possiamo consigliare, guidare, aiutare a fare e a capire molte cose, soprattutto che (parafrasando "La Fattoria degli Animali") non ci sono persone "più uguali degli altri".
  • Cerco di andare incontro alle sue richieste, trovando compromessi quando la situazione impone qualcosa che proprio non gli piace. Ad esempio se non vuole salire sul seggiolino dell'auto (e non vuole mai), cerco di assecondarlo. No, non sto dicendo che non lo lego. La sicurezza prima di tutto, su questo non si discute. Ma prima di partire si può fare una passeggiata distensiva e durante il viaggio si può cantare o mangiare l'uvetta che gli piace tanto.
  • Sono mooooolto più elastica nelle cose non pericolose per qualcuno. Esempio: c'è stato un periodo in cui Valerio faceva scene terribili per cambiarsi. Togli il pigiama e metti la tuta: "uahhh". Togli la tuta e metti il pigiama: "uahhh". Durante le vacanze, per tre giorni è stato con la stessa maglietta e pile. Compresa la cena della vigilia di natale coi parenti e il pranzo del giorno dopo, dico solo questo. Tre giorni. Schifo? Un po', sì. Pericoloso? Non direi. Glie l'abbiamo lasciato fare. Dopo tre giorni si è lasciato cambiare senza pianti e ora le scenate per la vestizione si sono di molto ridotte.
  • Infine non mi pongo limiti di tempo e se proprio c'è un appuntamento cerco di cominciare a prepararci con lauto anticipo... cosa difficilissima per una ritardataria cronica come me! Se abbiamo un appuntamento alle 15,30 (solitamente l'asilo), i preparativi cominciano un'ora prima. Se arriviamo prima all'appuntamento, c'è tutto il tempo di stare un po' sull'altalena.
Insomma, i TT mi stanno mettendo a dura prova. Non tanto per le crisi isteriche del bambino, che ultimamente si sono ridotte al minimo. Quanto perché ho dovuto rimettermi in discussione e cambiare totalmente il mio modo di pensare.

Avevo un bambino tranquillo. Poi è diventato un mostro. Poi mi sono accorta che non avevo messo le lenti a contatto. E ora vedo di nuovo il mio bambino, un po' cresciuto ma a modo suo sempre tranquillo.