venerdì 28 ottobre 2011

Maternità vs paternità

Premessa: quanto segue è stato detto ridendo. So benissimo che nessuno di noi pensa veramente le cose che ha detto.

Però, dalle mie parti c'è un detto: "Arlecchin, schersandu, u diva a veitè" ("Arlecchino scherzando diceva la verità", ma non sono sicura che si scriva così): quando si parla, anche scherzando, qualcosa di vero c'è sempre.

E poi... abbiamo riso per mezz'ora!


Babbo: "La mia collega A. dice che, se i babbi usufruissero della maternità come le mamme, ogni famiglia avrebbe un solo figlio, perché non è facile star dietro ad un bimbo, agli uomini passa la voglia!"
Io: "Guarda, facciamo così: tu ti prendi i dolori del parto, e io mi assumo tutti i fastidi e le noie del crescere il robino"
Babbo: "Ma non si può fare come sempre, che fai tutto te?"

mercoledì 26 ottobre 2011

Quinta nomi-nescio(n): salutiamo Giulio

Ebbene sì, dopo Claudio ci saluta un altro nome della tradizione classica. Continuano le votazioni per le nomination (come raccontato nel post "Il nome ai tempi del Grande Fratello") ma siamo alle battute finali: la prossima settimana verrà annunciato l'ultimo escluso e proclamati i tre finalisti.
Dopodiché partirà il televoto! Ehm, no... mi ero calata troppo nella parte, il televoto non è previsto...

Insomma, l'escluso di questa settimana è Giulio, che deriva forse dal latino Iulius (della gens da cui discendeva Giulio Cesare) col significato di "sacro a Giove", oppure dal greco "ioulus" che vuol dire "lanugginoso". Tra i personaggi famosi, oltre al savonese papa Giulio II (Giuliano della Rovere) che commissionò a Michelangelo la decorazione della volta della Cappella Sistina, e al già ricordato Giulio Cesare, ricordiamo l'editore Giulio Einaudi, il chimico premio nobel Giulio Natta,  l'attore Giulio Scarpati, lo scrittore Jules Verne. Dimentichiamo invece volentieri due politici dell'attualità recente e passata.

Giulio ha il difetto di non piacere al babbo. Che, effettivamente, non è un difetto da poco. E' però riuscito a rimanere in gara quasi fino all'ultimo.
Chi sarà l'ultimo a lasciarci? La sfida è ancora aperta!

P.S: aggiornata la pagina "Stupidario medico"!

venerdì 21 ottobre 2011

Compleanno all'Ippoasi

Domenica scorsa abbiamo festeggiato un doppio compleanno. Il mio (ma l'età delle signore non si dice! oppure a 31 anni posso considerarmi ancora giovane?) ;-) e quello di Claus. In realtà, non possiamo sapere quando è nato Claus, il cagnotto vecchiotto arrivato in canile intorno ai sei anni e rimasto lì per altrettanti. Il 9 ottobre è la data in cui, tre anni fa, dal canile ne è uscito per approdare a casa mia. Insomma, un regalo di compleanno per me e l'inizio di una nuova vita per lui.

Per festeggiare, abbiamo approfittato della giornata di sole per una gita all'Ippoasi, una fattoria che si trova a Marina di Pisa in cui sono ospitati animali cosiddetti "da reddito" (mucche, cavalli, maiali, galline etc) salvati dalla soppressione. All'Ippoasi è ospitata anche Irene, la gallina che abbiamo adottato a distanza, di cui avevo parlato nel post "Nina, Irene, Shereen e la grande famiglia". 
Mentre Claus rimaneva a dormicchiare in auto, insieme a Nina e a molte altre famiglie interessate, tante con bambini, abbiamo visitato la fattoria.

Gli animali sono quasi tutti liberi all'interno di un recinto molto grande. Alcune eccezioni solo per due cavalli e un pony che purtroppo, a causa della gestione sbagliata negli anni precedenti all'arrivo all'Ippoasi, hanno sviluppato allergie al fieno e che quindi devono rimanere separati dalla zona comune durante la primavera e l'estate (nei maneggi di provenienza sarebbero stati soppressi). Anche le galline e i conigli sono in uno spazio a parte, al riparo dai predatori. Inizialmente la giornata avrebbe dovuto essere dedicata al volontariato per costruire un nuovo recinto per i conigli, ma purtroppo questo è stato rimandato a causa di problemi della struttura (l'associazione che gestisce Ippoasi ha avuto lo sfratto e forse dovrà trovare un'altra sistemazione: se qualcuno ha un terreno da regalare o da affittare a buon si faccia avanti!) All'arrivo dei visitatori, i più curiosi si avvicinano. Quello in foto, se non ricordo male, è Oliver, il primo cavallo che ci viene incontro.

Questa è la mucca Luna, insieme al volontario Christian che ci ha accompagnato nella visita. Le piacciono i "grattini" vicino alle corna e quando viene accontentata fa una faccia appagata per ringraziamento. L'altra mucca che attualmente vive all'Ippoasi si chiama Terra, ma è più paurosa di Luna.
Nella fattoria ci sono due asini, padre e figlio, entrambi molto socievoli. All'inizio avevamo tutti un po' paura a stare dietro ai cavalli e agli asini, perché temevamo potessero scalciare. Invece ci ha spiegato Christian che, così come il "padrone" di un cane sa se il suo quattrozampe morde o no gli estranei, stessa cosa si può dire per i calci degli equini e soltanto uno tra i molti presenti all'Ippoasi è, in questo senso, "pericoloso". Gli altri non scalciano e anzi, quasi tutti adorano essere grattati proprio sopra la coda.
Gli asini erano entrambi molto incuriositi da Nina, che finalmente ha trovato due animali più grossi di lei, che hanno vendicato a musate tutti i cagnolini a cui lei si approccia in modo invadente. Non so se ha capito la lezione (temo di no) però non era granché contenta delle effusioni degli asini, e cercava rifugio dietro alle nostre zamp... ehm, gambe.

Questo è Gorgo, uno dei due maiali (l'altra si chiama Peppa). Il suo nome deriva dall'Isola della Gorgona, dove si trova l'unico carcere aperto d'Italia.  
Peppa invece arriva da un allevamento intensivo, dove le è stata mozzata la coda per evitare episodi di cannibalismo tra maiali, purtroppo frequenti in situazioni di stress estremo. Insomma, invece di eliminare la causa (lo stress degli animali), negli allevamenti si segue la strada più semplice: mozzare la coda o il becco delle galline.
Gorgo è stato il protagonista della copertina del numero di ottobre del giornale Terre di Mezzo, in cui è pubblicata un'inchiesta sul mondo del veganismo a cura del giornalista Lorenzo Guadagnucci (consiglio di cliccare sul link e guardare la foto perché è troppo tenera!).
Gorgo e Peppa, col tempo, hanno scavato una buca sotto un rubinetto dell'acqua, che usano come piscina. Domenica, al termine del bagnetto di fango, Gorgo si è sdraiato ai piedi di una visitatrice, buttandosi giù con un gran tonfo e chiedendo coccole, che non gli sono state negate da tutti i presenti, in particolare i bambini. Chissà se le immagini di questi animali liberi e simpaticissimi torneranno in mente la prossima volta che bimbi e genitori se li ritroveranno nei piatti sotto forma di prosciutti. E' quello che sperano i volontari dell'Ippoasi e infatti durante la visita Christian sottolinea più volte la diversità tra la loro fattoria e quelle "tradizionali", in cui gli animali vengono sfruttati per tutta la vita e uccisi quando non servono più, oppure allevati per essere mangiati, o ancora, come i cavalli da corsa, soppressi quando si fanno male o sono troppo vecchi per partecipare alle gare. Qui l'atmosfera che si respira è totalmente diversa, come si spiegherebbe altrimenti la presenza pacifica all'interno dello stesso spazio di animali più o meno dominanti e di specie diverse? Ad esempio, nel pollaio ci sono 5 galli che convivono pacificamente e sembrano voler sfatare il pregiudizio secondo il quale non ci può essere più di un gallo per ogni pollaio. Ma chi l'ha detto? Se le condizioni di vita sono buone, anche i galli sono tranquilli!

L'animale che Nina ha trovato più simpatico è Peter, una pecora rimasta orfana a 5 giorni e cresciuta in un canile. Peter si crede un cane: ha annusato Nina e ha tentato di giocare con lei. Ma Nina non gioca nemmeno coi cani "veri", quindi temo che Peter sia rimasto deluso dall'incontro. Nina invece era attonita ma incuriosita: un suo simile così diverso dai cani a cui è abituata non l'aveva mai visto, non si incontrano spesso pecore all'area cani!

Gli animali all'Ippoasi hanno uno spazio grande per passeggiare, ma almeno una volta al giorno devono essere stimolati a correre, altrimenti rimarrebbero ad impigrire (come li capisco!). Christian ci ha mostrato il suo metodo per obbligarli a fare un po' di movimento: un sacchetto attaccato ad una scopa fa un rumore fastidioso, che scatena una corsa di tutti. In testa i cavalli da corsa, dietro quelli da tiro insieme agli asini, ultimi le capre e la pecora. I maiali trotterellano per qualche metro e poi si fermano (in una vita precedente devo essere stata un maiale...) Gli altri invece, a seconda della propria natura, fanno uno o più giri intorno al recinto, alla velocità consentita da zampe e muscoli. Le capre, dopo mezzo giro, vanno a tenere compagnia al pony che deve rimanere dentro al recinto, lì si sentono al sicuro e possono tirare il fiato.
Quando il rumore cessa, tutti tornano a mangiare o a farsi coccolare, mostrando che non sono offesi con Christian e che considerano quello che è successo come un esercizio o un gioco.

Prima che me lo chiediate: no, purtroppo il metodo del sacchetto non funziona anche per spingere gli umani a fare sport. Per questo serve una motivazione più forte... accetto consigli! ;-)

La giornata finisce con la visita alla casa in cui stanno i volontari, dove sono ospitati anche alcuni cani, tra cui Trombino e Pompadour (non so chi dei due sia quello in foto), due beagle che vengono da un laboratorio di vivisezione. Vivaci e tenerissimi, chissà se ricordano quello che hanno vissuto.
I loro occhioni ci ricordano che, se loro finalmente sono al sicuro, tanti altri animali sono ancora chiusi nei laboratori o negli allevamenti. Nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa, incominciando a non mangiare prodotti animali né utilizzare cosmetici testati sugli animali, ma anche adottando a distanza uno degli ospiti dell'Ippoasi con una piccola donazione mensile. Su, dai, fate almeno un salto sul sito www.ippoasi.org, non vi costa nulla!

mercoledì 19 ottobre 2011

Quarta nomi-nescio(n): via Claudio, resta Claus ;-)

Continuano le esclusioni per trovare un nome a "robino", come spiegato nel post "Il nome ai tempi del Grande Fratello". Con un po' di ritardo sul programma di marcia (domenica eravamo in Liguria), lunedì scorso la classifica ha visto uscire definitivamente dalla gara il nome "Claudio".

Nome romano (forse di origine sabina) che corrisponde anche a due imperatori (Tiberio Claudio Germanico e Claudio Nerone Cesare Druso), più recentemente è stato portato da artisti nel campo della pittura e della musica: il pittore Claude Monet, i compositori Claudio Monteverdi e Claude Debussy, il direttore d'orchestra Claudio Abbado, i cantautori Claudio Lolli Claudio Baglioni, oltre all'attore comico Claudio Bisio e all'astronomo Claudio Tolomeo.

"Claudio" ha però un grave difetto: la nostra famiglia ha già un cane che si chiama Claus (nella foto, quello più scuro nella cuccia insieme a Nina. Sono teneri, vero? In realtà Nina stava cercando di riconquistare a culate la propria cuccia, occupata "illegalmente" da Claus).
Mi immaginavo la scena, ai giardinetti a gridare  "Claus, vieni qua! No, non tu Claudio, dico al cane..."

Che poi, diciamolo, il significato (zoppo, claudicante) è perfetto per il cane, che ha 16 anni e l'artrite, non si regge sulle zampe dietro e ha bisogno di aiuto per camminare senza cadere ogni pochi passi. Un po' meno di buon auspicio per "robino".

Restano in gara ancora 5 nomi. Alla prossima settimana, per conoscere il penultimo escluso!

giovedì 13 ottobre 2011

Cosa mangiano i vegani?

Mi è arrivata questa immagine ed è troppo bella per non pubblicarla... Ahahah! (il bello - o il brutto - è che è tutto vero, soprattutto l'idea vegano=mangiatore di erba!)

Vado via per il fine settimana, ci risentiamo la prossima settimana!

martedì 11 ottobre 2011

Libri sulla gravidanza

Inauguro oggi una nuova sezione del blog: la pagina dei libri.
Al momento sono presenti tre libri sul tema della gravidanza che ho letto o sto leggendo.

Si tratta di:
- La Tua Gravidanza di settimana in settimana di Lesley Regan
- Mamme Zen di Jacopo Fo e Monica Traglio
Partorire senza paura di Elisabetta Malvagna.

Tra i prossimi libri da comprare/prendere in biblioteca:
- Bebè a costo zero di Giorgia Cozza
- Bésame mucho di Carlos Gonzales

Assolutamente graditi, tra i commenti di questo post o sull'altra pagina, ulteriori consigli sull'argomento!

Visita all'ospedale

La scorsa settimana io e il babbo siamo andati all'incontro di accoglienza coppie e informazioni punto nascita con l'ostetrica e l'anestesista dell'ospedale in cui penso di andare a partorire. Ero quella con la pancina più piccola, un'altra mamma aveva un pancione che occupava più posto di lei e secondo me nel frattempo ha già partorito cinque gemelli. ;-)
Ho preso appunti su tutto, dai consigli su quando arrivare in ospedale (non troppo presto, meglio restare in casa più possibile) alla lista di cose da portare (e ho scoperto che un negozio Prenatal fornisce una lista di cose "assolutamente da comprare per l'ospedale di Ponte a Niccheri"... che è falsa, e la maggior parte delle cose scritte lì non servono a niente). Sembravo una matta invasata con un foglio e una penna tra le mani.

In sintesi:
- l'analgesia (anestetico) non viene fatta di routine, ma solo ad un 10% di parti, spesso per evitare il cesareo.
- l'ospedale aspetta fino alla 42a settimana prima di indurre il parto. Dopo la 40a settimana ci sono vari controlli per verificare la posizione del bimbo e se tutto va bene.
- se il bimbo è podalico, si cerca di rigirarlo con una manovra apposita. Insomma, si cerca di evitare il più possibile il cesareo.
- portarsi da casa merendine, succhi di frutta e tutto quello che si intende mangiare durante il travaglio (a causa dei tagli non danno più nulla, ma non c'è problema a far entrare cibo). Credo che metà della mia borsa sarà utilizzata per contenere tavolette di cioccolato.
- durante il travaglio ci si può muovere, ognuna è incoraggiata a trovare la propria strada. E' disponibile una vasca per il parto in acqua.
- dopo il parto si rimane 2 ore mamma-bimbo-babbo nella stessa stanza a godersi i primi momenti di vita del pupattolo. L'ostetrica si è quasi commossa nel raccontare quante emozioni scaturiscono da queste due ore in intimità (e io mi stavo commuovendo insieme a lei). Ci ha detto che, volendo, potrebbero entrare altre persone, ma lo sconsiglia assolutamente. Il babbo, se vuole, esce, dice che è andato tutto bene, tranquillizza i parenti e rientra da solo.
- anche dopo il cesareo, se tutto va bene, il bimbo viene messo subito a contatto con il corpo della madre.
- è possibile donare il sangue del cordone ombelicale. Per farlo bisogna prenotare nelle settimane precedenti un colloquio con un medico per firmare l'autorizzazione. A questo proposito l'ostetrica ricorda che su questo ci sono vari pensieri pro e contro, ma non evidenze scientifiche.
- in ospedale, se non si firma per le dimissioni immediate, si resta circa 3 gg. Dopo 48 ore c'è uno screening al neonato, col prelievo di una goccia di sangue.
- nei giorni in cui si rimane in ospedale, il bimbo è sempre accanto alla madre. Nelle stanze c'è ancora, retaggio del passato, un vetro dietro cui i piccoli venivano messi durante le visite dei parenti o durante i pasti, ora c'è ancora ma è utilizzato per il motivo opposto, cioè se mamma e bimbo vogliono appartarsi (ci sono delle poltrone).
- le visite di amici e parenti sono consentite ma sconsigliate. Troppa confusione toglie concentrazioni alle madri, in particolare durante l'allattamento. I padri possono stare quanto vogliono di giorno (e sono utili per arginare i parenti in visita) ;-) ma di notte vanno a dormire a casa.
- l'allattamento al seno è consigliato ed incoraggiato. Nel caso di gravi motivi per non allattare al seno, c'è una banca del latte all'interno dell'ospedale, però dev'essere prescritto dal medico.

Ho capito finalmente il senso del cappellino dei neonati, che viene consigliato nelle liste di cose da portare in ospedale. Non mi tornava con l'idea dell'ospedale come un posto in cui, anche in inverno, fa molto caldo. L'ostetrica ha confermato questa idea (infatti sono consigliati vestiti leggeri e niente calzine, una tuta o una giacchetta solo per uscire): il cappellino, insieme ad una sciarpa o scialle, non serve per la temperatura, ma per far stare rannicchiato il bimbo, che è rimasto in un ambiente chiuso e stretto durante gli ultimi mesi e deve essere avvolto e protetto (insomma, soffre di "agorafobia") ;-).

Sono soddisfatta di questa visita, che mi ha confermato l'idea di voler andare in questo ospedale.

Il mio dubbio al momento è sulla donazione del sangue del cordone ombelicale. Sono più per il sì che per il no, ma ancora combattuta.

Pro:
- le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale possono essere trapiantate in malati di leucemia (ovviamente dopo averne controllato la compatibilità) e quindi salvare delle vite;
- pur essendo una donazione pubblica (a fini solidaristici), nel caso servano le cellule per un consanguineo (in particolare fratelli) si ha la priorità;
- sul sangue vengono effettuate ricerche di alterazioni congenite dell'emoglobina e potranno essere effettuati test aggiuntivi per la ricerca di altre malattie genetiche; in caso di esito positivo il risultato viene comunicato.

Contro:
- per la donazione il cordone dev'essere tagliato subito. In realtà, dopo la nascita il cordone ombelicale continuerebbe a pulsare perché la placenta continua il suo lavoro di supporto fino a quando il neonato non è in grado di respirare e di ricevere l'ossigeno dai suoi polmoni e non più dalle arterie ombelicali; il bambino a cui viene reciso subito il cordone è quindi privato della sua fonte di ossigeno ed è costretto a compiere il primo respiro troppo in fretta facendo arrivare bruscamente l'aria nei polmoni;
- il clampaggio precoce del cordone ombelicale priva il neonato di 54-160 ml di sangue (che non è poco);
- l'OMS dichiara "il taglio del cordone ritardato o nessun taglio è la procedura fisiologica, il taglio precoce è una procedura invasiva che deve essere giustificata. Nel parto fisiologico non è giustificata".

Ho/abbiamo ancora tempo per pensarci, sarà ovviamente una decisione condivisa col babbo (i cani non li facciamo partecipare a questa scelta) e intanto cerco di informarmi più che posso. Mi rivolgo quindi alle mamme (e ai babbi) che leggono questo mio blog per avere consigli sulla donazione del sangue del cordone ombelicale: voi cos'avete fatto?

lunedì 10 ottobre 2011

Terza nomi-nescio(n): addio Arturo

Il testa a testa col penultimo in classifica non mi ha permesso di azzardare previsioni prima, ma alla fine non ce l'ha fatta, Arturo lascia la nostra gara per dare un nome a Robino.
Nato da una mia stupidaggine (avevo osservato che avremmo potuto chiamarlo Arturo e poi soprannominarlo "Artù", dato che la figlia di cari amici, che ha un anno più di lui, si chiama Morgana), nelle settimane scorse è tornato prepotentemente alla ribalta, fino ad entrare nella top-nine. L'origine è etrusca (o celtica, su questo ci sono varie ipotesi), è anche il nome di una stella nella costellazione di Boote e tra le persone che portano questo nome c'è il "mio" poeta dell'adolescenza Arthur Rimbaud e lo scrittore Arthur C. Clarke (co-autore di uno dei miei film preferiti: 2001 Odissea nello spazio e scrittore di tanti romanzi di fantascienza che ho letto e apprezzato). Come non citare poi Arthur Conan Doyle, con i romanzi di Sherlock Holmes che tanto mi hanno affascinato?

Però... Arturo è anche il cane protagonista del cartone "Le ricette di Arturo e Kiwi". Avete presente quelli di "con 'sto piatto vai sicuro, te lo dicon Kiwi e Arturo"? Se no, vi conviene andare subito sul canale "on demand" della Rai (attenzione perché dà dipendenza) e farvi delle grasse risate. Simpaticissimi.
E quindi? ... no, dai, "robino" ci avrebbe odiato per sempre!

venerdì 7 ottobre 2011

Il mio blog è CO2 neutral

Grazie a Mammafelice ho scoperto questa iniziativa.

Secondo il Dr. Alexander Wissner-Gross, attivista ambientale e fisico di Harvard, un sito web produce una media di circa 0,02 g di CO2 per ogni visita. Assumendo 15.000 pagine visite al mese (ehm ehm... magari!!!) questo si traduce in 3,6 kg di CO2 l'anno.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) calcola che un albero assorbe ogni anno dai 5 ai 10kg di CO2, e vive circa 50 anni
Quindi piantando un albero posso compensare (abbondantemente) la produzione di CO2 del mio blog.



L'iniziativa è sponsorizzata da Doveconviene che, in associazione con iplantatree, garantisce che per ogni blog che aderisce (gratuitamente) venga piantato un albero in zone sottoposte a progetti di riforestazione.

Doveconviene.it riunisce e digitalizza i volantini di molte catene della grande distribuzione permettendo all’utente di avere tutte le informazioni sempre e ovunque a disposizione, inoltre ha sviluppato un'applicazione smartphone dalla quale è possibile accedere a diverse informazioni sulle catene commerciali e sfogliare i volantini direttamente sul cellulare.
In questo modo, Doveconviene.it, si dimostra amico dell’ambiente perché scoraggia l’utilizzo e lo spreco di carta ed aiuta il blogger più sensibili a dare il loro contributo nella tutela dell’ambiente.

Per maggiori dettagli sui progetti di riforestazione si può visitare il sito: http://www.iplantatree.org/project/7

Yogurt in gravidanza? Asma e rinite al figlio!

Ho appena letto sul sito della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana un articolo sul consumo di yogurt in gravidanza. Uno studio su 61.912 donne in Danimarca ha riscontrato un aumento del 60% dell'asma e all'80% di rinite allergica nei figli di donne che avevano consumato yogurt magro, rispetto a quelli le cui madri non l'avevano mangiato durante la gravidanza.
Sembra che il consumo in gravidanza di yogurt a basso contenuto di grassi sia legato allo sviluppo di asma e rinite allergica durante l'infanzia, mentre quello di yogurt intero sia associato allo sviluppo di rinite allergica nell'adolescenza.

So che un caso non fa scienza, ma posso portare un ulteriore esempio. A mia madre, trent'anni fa (anzi, ormai trentuno!) era stato consigliato di mangiare tanto tanto tanto yogurt perché lei era piccolina ed era meglio che il bimbo (bimba) che aveva nella pancia non crescesse troppo. Risultato: io sono nata di 3,4 kg e le hanno fatto il cesareo sostenendo che non ci sarei passata. Ma questa è un'altra storia. Nei suoi racconti alimentari di gravidanza c'è yogurt a pranzo e a cena, oltre a tanti cetrioli senza olio. (Evitiamo di parlare delle ostriche e del cidro mangiati e bevuti al settimo mese in Normandia... non credo che i medici le avessero consigliato molluschi e alcoolici) ;-)

Ecco. A 10 anni ho sviluppato l'allergia a tutti i pollini del mondo (no, beh, non esageriamo... non ho fatto nessun test sulle piante tropicali ed equatoriali. Mi limito ad essere allergica a tutti pollini dell'area europea-mediterranea) e ora per me la primavera coincide con un aumento spropositato dell'uso di fazzoletti.

Confermo quindi lo studio su 61.912 donne in Danimarca più una in Italia. E spero che lo yogurt di soya non sia incluso tra gli alimenti "a rischio"!

Aggiornamento: ho chiesto alla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana. Mi hanno confermato che nella ricerca si parla solo di yogurt ottenuto da latte vaccino.

lunedì 3 ottobre 2011

Seconda nomi-nescion: se ne va Alessio!

In attesa di sapere come saranno i prossimi tre mesi della mia vita (ancora nessuna notizia dal futuro lavoro, ma tanto comincia tra BEN una settimana!), ieri ci sono state le nomi-nescion, come descritto nel post "Il nome ai tempi del Grande Fratello".
Dopo Simone della scorsa settimana, questa domenica ci lascia Alessio. L'origine greca e il significato di "difensore" non sono serviti a mantenerlo nella lista dei papabili: il rischio di un bimbo con difetti di pronuncia sulla "esse" come avevo io fino a vent'anni l'hanno fatto scendere nella classifica (questa è la mia motivazione, non conosco quella del babbo). Dai, sinceramente... "Aleffio" è terribile quasi quanto "Lu'ha"!
Salutiamo quindi Alessio, che pur non essendo riuscito a salire sul podio, è arrivato settimo su 1600, non male comunque!
Ah, a proposito di nomi-nescion, chi sa cosa vuol dire "nescio" in ligure? ;-)